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ATTO QUINTO

SCENA PRIMA

Clitennestra.

Ecco l’ora. — Nel sonno immerso giace

Agamennone... E gli occhi all’alma luce
non aprirá piú mai? Questa mia destra,
di casto amor, di fede a lui giá pegno,
per farsi or sta del suo morir ministra?...
Tanto io giurai? — Pur troppo, sí;... conviemmi
compier... Vadasi. — Il piede, il cor, la mano,
io tutta tremo: ahi lassa! or che promisi?...
Ahi vil! che imprendo? — Oh come in me il coraggio
tutto sparisce allo sparir d’Egisto!
Del mio delitto orribile sol veggo
l’atrocitade immensa: io sola veggio
la sanguinosa ombra d’Atride... Ahi vista! —
Delitti invan ti appongo: ah no, non ami
Cassandra tu: piú ch’io nol merto m’ami;
e sola me. Niuno hai delitto al mondo,
che di esser mio consorte. Atride, oh cielo!
tu dalle braccia di securo sonno,
a morte in braccio, per mia mano?... E dove
m’ascondo io poscia?... Oh tradimento! Pace
sperar poss’io piú mai?... qual vita orrenda
di rimorsi, e di lagrime, e di rabbia!...