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atto primo 227
Numit.   Menarmi

presa dovrete in un con essa.
Virg.a   O madre,
forza non v’ha, che a te mi svelga.
Marco   Indarno. —
Disgiunta sia, strappata dalla falsa
madre la schiava fuggitiva.
Virg.a   O prodi
romani, a me, s’è in voi pietade...
Numit.   O figli
generosi di Marte, al par di voi
romana, al par di voi libera nacque
questa, ch’io stringo al sen materno: a forza
me la torran quest’empj? agli occhi vostri?
A Roma in mezzo? ai sacri templi in faccia?


SCENA TERZA

Icilio, Popolo, Numitoria, Virginia, Marco.

Icilio Qual tumulto? Quai grida? Oh ciel! che veggio?

Virginia!... e a lei...
Virg.a   Deh! vieni...
Numit.   Il ciel ti manda;
corri, affrettati, vola. Alto periglio
sovrasta alla tua sposa.
Virg.a   A te son tolta,
alla madre, ed a me. Costui di schiava
tacciata m’ha.
Icilio   Di schiava! O vil, son queste
le forti imprese tue? Pugnar nel foro
meglio sai tu che in campo? O d’ogni schiavo
schiavo peggior, tu questa vergin’osi
appellar serva?
Marco   Icilio, uso alle risse,
fra le discordie e i torbidi cresciuto,