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174 antigone
Argia Argo a te costa lagrime? di eterno

pianto cagion mi è Tebe.
Antig.   I detti tuoi
certo a me suonan pianto. O donna, s’altro
dolor sentir che il mio potessi, al tuo
io porgerei di lagrime conforto:
grato al mio cor fora la storia udirne,
quanto il narrarla, a te: ma, non è il tempo,
or che un fratello io piango...
Argia   Ah! tu se’ dessa;
Antigone tu sei...
Antig.   ...Ma... tu...
Argia   Sei dessa.
Argía son io; la vedova infelice
del tuo fratel piú caro.
Antig.   Oimè!... che ascolto?...
Argia Unica speme mia, solo sostegno,
sorella amata, al fin ti abbraccio. — Appena
ti udia parlar, di Polinice il suono
pareami udire: al mio core tremante
porse ardir la tua voce: osai mostrarmi...
Felice me!... ti trovo... Al rattenuto
pianto, deh! lascia ch’io, tra’ dolci amplessi,
libero sfogo entro al tuo sen conceda.
Antig. — Oh come io tremo! O tu, figlia di Adrasto,
in Tebe? in queste soglie? in man del fero
Creonte?... Oh vista inaspettata! oh vista
cara non men che dolorosa!
Argia   In questa
reggia, in cui me sperasti aver compagna,
(e lo sperai pur io) cosí mi accogli?
Antig. Cara a me sei, piú che sorella... Ah! quanto
io giá ti amassi, Polinice il seppe:
ignoto sol m’era il tuo volto; i modi,
l’indole, il core, ed il tuo amore immenso
per lui, ciò tutto io giá sapea. Ti amava