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8 | lettera di ranieri calzabigi |
tutti innamorati, con incrociati amori, e fino i confidenti, ed i capitani delle guardie. E quando pure ci mancasse materia in qualche scena, abbiamo subito in pronto le dicerie filosofiche e i paragoni: dove che, quando si tratta del simplex et unum; quando è forza ristringersi a que’ personaggi che l’azione prescrive, e non piú; quando questi non hanno da parlare che secondo il loro carattere e nella loro passione; allora fornir pienamente, e con interesse, tre o cinque atti, col solo linguaggio del core, e senza quello dell’ingegno,
Pauci, quos aequus amavit |
In questo spettacolo musico tutto passa, tutto si sopporta: la poesia è la cosa che meno si contempla; niuno la legge, niuno l’ascolta; e con ragione. Si aspetta l’arietta gorgheggiata, il duetto di due colori, il rondeau rifiorito; e frattanto si discorre, si scherza, si ciarla, si amoreggia; e cosí smoderatamente, che ne’ nostri teatri si verifica ciò che scrisse Orazio di quelli del suo tempo:
Quae pervincere voces |
Con queste nostre onorevoli costumanze, ponno lusingarsi gli odierni poeti d’acquistarsi un nome per altro poco durevole, e piú tosto biasimato, che ammirato fuori della patria: ponno vantarsi, felicitarsi, applaudirsi; e andare avanti con poco ingegno, e meno fatica; e conseguire gli elogi e le predilezioni delle nostre dame e donnicciuole.
Siccome però, signor Conte veneratissimo,
Iliacos intra muros peccatur, et extra: |
cosí, se volgendo l’occhio dal nostro infelice teatro, all’inglese mi fermo, non ho troppo motivo di lodarlo in ogni sua parte.
Questa illustre nazione, che affetta maniera e pensar diverso da tutte l’altre, nazione libera e fiera, anche nella tragedia ha voluto singolarizzarsi. Ha adottato, come nel suo governo, una particolar costituzione tragica sua per il suo teatro: se ne contenta, e n’è vanagloriosa, malgrado gli schiamazzi dell’altre tutte. Per il famoso Shakspeare, autore di questa nuova costituzione, le unitá