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     Meco dunque, Abelardo, il tuo dividi
Aspro penar. Sì misero conforto
Per te negato non mi sia. - Che parlo?
Ah! diviso non già, tutto mei dona.
70Degl’infelici a mitigar le angosce,
O di profugo amante, o di donzella
Imprigionata dal rigor, fu il Cielo,
Che di vergate messaggere carte
Il consiglio ne diè. Vivo ragiona
75Lo scritto, e serba quel che amor gli spira.
Il suo calor l'alma gl’infonde, e tutti
Con interprete lingua apre gli arcani
Desir’secura. Muto il foglio vola:
E, scusando il rossor, di core in core
80La genïal corrispondenza guida,
E trasporta un sospir dall’Indo al Polo.
     Quando, del manto d’amistà vestito,
Amor mi s’appressò, ben sai che onesta
Era mia fiamma. Angelica natura
85Mia fantasia ti diè: della superna
Mente, che in sè tutte bellezze aduna,
Te un raggio figurò: chiaro, celeste
Giorno piovea da’ tuoi ridenti lumi.
Innocente mirai. Pendere intenti
90A’ tuoi canti parean gli eterei Cori,