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DUE PAGINE AUTOBIOGRAFICHE

a uso di prefazione.


«Sed tamen exiguo quodcumque e pectore rivi
     Fluxerit, hoc patriae serviat omne meae.»
                         Proper., lib. IV, el. I.



Un bel mattino passeggiavo con mio padre, secondo il nostro costume; eravamo inseparabili; s’egli andava in un luogo senza di me, di lì a un poco mi vedeano spuntare; parea che sapessi di doverlo perdere così presto. Ero in su que’ bei diciott’anni, e su que’ bei colli veronesi. La strada che talora serviva di letto al torrente, serpeggiava profonda, sassosa, sdrucciola, tutta segnata sulla creta dalle unghie fesse delle pecore, e dalle scarpe ferrate dei montanari. Due file di càrpini e di querce scapitozzate con macchie di rovi legate insieme da volubili madriselve sorgevano ombrose sull’alto delle due ripe, più a guisa di parete che di siepe, lasciando cadere dai cigli corrosi le pendole barbe delle radici nude,