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E ALFIERI 39

E Carlo gli aveva risposto:

Per che modo
Qui fra le umane creature è giunto
Costùi che non palesa ìndole umana?
Ha secco il ciglio -
Non gli è madre una donna!

Come dunque in poco d'ora costùi si è fatto un vecchiardo senza possa, e sviene? E se non è i lduca d'Alba, che lascia altrùi la cura di coricarlo, e si assume di ricomporre la città, noi vedremmo il ferreo dominatore sommerso nel momentaneo tumulto di pochi prezzolati. Laonde se il Filippo d'Alfieri e il Tiberio di Tacito ad alcuni pàrvero astrazioni marmoree, spinte oltre l'umana natura, il Filippo di Schiller non raggiunge nemmeno l'imàgine tracciata dalla istoria e colorita dall'odio dei pòpoli.
Carlo, che ad ogni modo tradiva il padre e il re, non poteva più dirgli con sicura fronte:

La tua mano, o padre!
O dolcissimo giorno! .....
Sì lungamente dal tuo cor? Che feci?

Nè poteva, conscio di sè, dimandargli: Che feci? Nè in faccia all'impoetico Filippo poteva stemperarsi con verisimiglianza in quelle tenerezze arcàdiche:

D'un soave
Presagio il cor mi batte. Innmorato
Tutto il ciel co' suoi mille occhi ne guarda.
O quanto è dolce
Qual sentirsi adorati in una bella
Ànima! quel saper che la tua gioia
Le mie guance colori, il tuo timore
Pàlpiti nel mio seno, e le tue pene