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36 SCHILLER

Sei marito, e ti cimenti
Di vegliar una notte il tuo Signore?
È già bianco il tuo capo, e non arrossi
Pensando all'onestà della tua donna?
Ritorna alle tue case, e nelle inceste
Braccia materne troverai tuo figlio.
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Stupisci? Il tuo maligno occhio m'indaga?

Si potrà dire che nell'interno delle corti tutto può farsi e dirsi colla stessa semplicità come nel tugurio d'un fabro. Così sarà fatto; ma la moltitudine si dipinge le cose ben altrimenti. E appunto perciò le nazioni invòlgono di tanta poma i regnanti, appunto per celare a sè medesime quella misera communanza delle umane sorti, e crearsi un'idea di grandezza, avanti a cui poter essere ossequiose e riverenti Quindi codesta trivialità di costume, se fosse anche vera, sarebbe inverosimile alla moltotudine, e riescirebbe men poetica della opinione vulgare, la quale imagina grande e decoroso tutto ciò che ha potenza e vive nell'istoria.
Al contrario in Alfieri, Filippo è il primo a concepire un sospetto; anzi il sospetto suo sembra aver precorso anche il colloquio degli amanti. Egli è il primo a farne cenno al fido e secretissimo Gomez; ma qual cenno?

Vien la regina
Qui fra momenti, e favellare a lungo
Mi ùdrai con essa; ogni più piccol moto
Nel di lei volto osserva.

E dopochè in più scene ha tenuto a indiretta tortura i secreti d'Isabella e di Carlo, e crede averne tratto un bastèvole barlume, egli, il famoso dissimulatore, non ancora chiama le cose col loro nome, ma si ristringe a dire a Gomez:

Udisti? Vedesti?