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All’alba il suo corpo venne portato per le vie del villaggio: frotte di donne, di zappatori, di artigiani, di fanciulli lo seguitavano dimostrando grande dolore. Dalla bara egli, vecchio sessagenario, bianco, con tranquillità pareva guardare e risalutare per un’altra volta le campagne, i monti, le vie, le botteghe del suo caro luogo. Quel medesimo giorno molte donne albanesi, vestite a neri panni, e con i veli sul volto, entrano in chiesa, spandono i fluttuanti capelli, girano una tarda danza intorno al disanimato corpo, e sciolgono quel tenero ed armonioso lamento che tanto è caro fra i monti calabresi.

Così visse quest’uomo, così morì in pace, così lo piansero e l’onorarono: premio d’innocente vita e d’innocenti costumi.