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tinuo di quella donna, e ricantava perpetuamente quelle canzoni, e pensava tra sè il modo di fare a quella aperto l’animo suo.

Ma gli mancò il tempo, e un morbo lento gli sopravvenne, quello che pare deputato per la generalità dei giovani: conciossiachè la natura è benigna, e non toglie tutte le illusioni all’inaspettata, a fine di temperare l’acerbità ed il cordoglio del disinganno. Le sue sembianze diventarono magre e bianche, il naturale sorriso si fu velato da una sconosciuta mestizia: oramai da lui andavasi allontanando la vita, come gli ultimi raggi del crepuscolo si allontanano dai lembi dell’orizzonte. Non pertanto stava nell’illusione, e scriveva agli amici essere convalescente, e avere speranza di rivederli tra breve; ma noi non ci rivedemmo mai più. Dal suo villaggio nativo fu consigliato dai medici a tramutarsi a un altro di aria più dolce; e, sul partire, per l’ultima volta egli contemplava l’estrema luce del tramonto, che moriva dentro le quiete stanze della sua casa. Dove andò il luogo era ameno; era l’autunno, e ancora la natura lo lusingava colla bellezza delle sue forme; all’avemaria guardava nella campagna le allegre danze dei vendemmiato-


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