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canzoni delle fanciulle; egli quasi fuori di sè: Odi fratello mio come è bello! ma la quiete e la solitudine di quella stanza dicevano che quel fratello era morto.

I parenti a fine di riconfortarlo lo mandarono in altro luogo; nondimeno il cuore gli stava rivolto ai suoi monti, e, spesso, accompagnandosi meco e conducendomi per le vie donde se ne discoprivano le sommità, mi diceva: Oh, amico, quanto sono belli i tramonti delle montagne, bella la neve, belli i geli che come limpidissimi cristalli penzolano dagl’ignudi rami delle querce e dei pini, buoni sono quei montanari e belle le fanciulle; là ho desiderio morire; i miei cari dormono fra quei monti.

Non fu passato molto tempo e ritornò ai monti desiderati, e discese nella sepoltura, e si addormentò sopra la polvere dei suoi cari. Quella medesima malattia sopravvenne al giovane; si dimagrò conforme all’altro fratello, dolorò per alquanto spazio di tempo, provò a sorsi lentissimi i patimenti della morte, quantunque dentro del suo animo fosse contento di veder terminato il suo pellegrinaggio nel mondo. Avea allato alla sua stanza un giardino, e ciascuna notte un rosignuolo si