Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/89


— 75 —

«Vado a dirle subito di portarti qualche cosa.»

«No, fermati! Non dir niente! Ma voi due portatemi tutti i giorni qualche cosa, avete capito?»

«Sì,» risposero in coro i due bambini.

«Ma non dite niente a nessuno!»

Raffaella e Natale si guardarono.

Natale disse: «La mia mamma non vuole che io dica bugie.»

«Non c’è bisogno di dir bugie,» replicò Nocente «basta non dir niente.»

Natale non rispose. Così è, pur troppo: i cattivi risoluti, prepotenti, impongono la loro volontà a’ buoni deboli, che non trovano la forza di reagire. Natale e Raffaella gli portarono quella sera, di nascosto, l’uno un pezzetto di cacio, l’altra una manciata di castagne crude.

«Va bene,» disse Nocente.

Ma Natale, quando la mamma gli fece recitare l’orazione della sera, sentì il cuore gonfio e pensò. — Non va bene, non va bene. Se la mamma gli da poco da mangiare è perchè il dottore ha ordinato così. —

Quella notte Marianna svegliò Grazia, e anche Bernardo si vestì, e dovette correre a chiamar il dottore.

Nocente stava male.

Risvegliato dallo sbatter degli usci e da quell’andirivieni, Natale si rizzò a sedere sul letto (ora dormiva nel lettone fra il babbo e la mamma) e sentì la voce di Nocente che si lamentava affannosamente.

«Ahi, ahi!... qui! un male qui, ahi, ahi!»

«Dei panni caldi» diceva la voce del dottore. «Presto! si direbbe un’indigestione. Che cos’ha mangiato oggi?»