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carezzando la bestia. «Si direbbe che ha saputo che oggi tu facevi l’esame....»

Ma chi lo sapeva e non aveva resistito alla tentazione di scendere, era stato Bernardo. Lo trovarono là al cancelletto del prato, un po’ imbarazzato, cercando una scusa per spiegare quella sua inaspettata discesa, ma quando vide la faccia di Grazia tutta rossa e ridente, non riuscì a mettere insieme la bugia.

«Oh oh!» disse ridendo anche lui. «Che nessuno lo sappia, se no ci dicono matti. Sai? quando sono partito incontrai la maestra che mi disse: — Come mai ve ne andate? Non sapete che posdomani il vostro Natale fa l’esame? — Stanotte ci ho ripensato: E se andassi giù? dissi fra me. Ho consegnato le bestie alla Cecca di Lola, e sono arrivato che cominciava a recitare la poesia....»

Qui Bernardo non disse altro, ma afferrò il suo figliolo, e se lo buttò a cavalcioni sulle spalle.

«Papà, guarda le scarpe nuove! guarda le scarpe nuove!»

Bernardo li aveva lì, que’ due piedi, l’uno in una mano, l’altro nell’altra, e ammirò le grosse scarpette con ganci d’ottone lucidi che parevano d’oro, ma poi alzò il viso e spalancò la bocca per chiudersi dentro le manine che sporgevano unite sopra la sua testa.

«Ah, no! il mio libro! il mio libro!» strillò Natale.

La mamma accorse col grembiale steso per raccoglierlo, e il babbo allora nel suo impeto di tenerezza si mise in bocca una manina intiera, mentre Raffaella guardava cogli occhi spalancati, presa da paura che, come l’Orco, quel grosso uomo mangiasse i bambini. Ma l’Orco sollevò anche la donnina paurosa con una delle sue manone, e se la mise su una