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«Brava la mia donnina!» disse colla voce tranquilla: «ora che tu sei qui io posso far ancora una scappata di sopra. Quando senti che arrivano, suona il campanello. Aspetta che ti metto nella mia poltrona, qui alla scrivania.... mettiamo sotto un altro cuscino, cosi: e il tuo scialle sulle gambe. Oh, sembri un donnone! ti pigliano certo per la padrona dell’albergo, vedrai!» e uscì ridendo; ma appena fuori le si empirono gli occhi di lagrime.

«Oh che grazia mi ha fatto oggi la Madonna! È proprio stato un miracolo, lo si vede! perchè Dorina non mi ha detto nulla nè ieri sera, nè stamattina? Dio l’ha illuminata tutta in un tratto.» E corse a dirlo a tutti in casa. — «Non fatevi scorgere, sapete! passate via nel corridoio, e date un’occhiata in studietto!»

E fu per dieci minuti un passar di gente affaccendata che usciva sul prato e rientrava, seria seria al momento che passava davanti all’uscio dello studio, tutta ridente un istante dopo.

Giacolino passava e ripassava colle mani in tasca, dandosi le arie di uomo che medita a grandi cose, e lanciando lunghe occhiate indifferenti a sua sorella, — troppo indifferenti — non era abbastanza furbo, e Dorina capi. Ora non si sentiva più il viso acceso; l’aveva presa anzi un brivido di freddo. — Oh, cosa ho fatto! pensava. — Natale non mi lasciò il tempo di preparar nulla: tutti sono sorpresi, mi crederanno matta. Oh se potessi tornar su! —

Ma in quel momento si udì nel vestibolo un gran stropiccio di piedi; erano i forestieri arrivati. Dorina premette il campanello elettrico della scrivania poi un tintinnio nelle orecchie, un battito alla tempia, un sudore freddo nel dorso, le diedero la sensazione di