vero mezzane a filo, et secondo il regolo. Sarà il lavoro più sicuro, se infra la materia battuta, et la poltiglia, si congiugneranno insieme embrici, et tegoli con calcina rimenata con olio. Gli smalti, che non hanno a stare allo scoperto, perche son molto lodati se sono aridi, et secchi, Varrone comanda che si faccino in questo modo: Cavisi duoi piedi di terreno, et mazzeranghisi molto bene, et pongavisi sopra o un suolo di sossolini, o di mattonami; lascinvisi sfogatoi, onde l’humore possa distillarsi per i suoi canali, mettinvisi sopra de carboni, et spianati, et pesti bene, pongavisi sopra un suolo grosso di mezo piede, quasi come una stiacciata mescolata di sabbione, calcina, et cenere. Queste cose che insino a quì habbiamo dette, le habbiamo tolte da Plinio; et principalmente da Vitruvio. Racconteremo per l’advenire quelle, che io con somma cura, et diligentia ho raccolte circa gli smalti, da gli edificii de gli Antichi; da quali io confesso havere imparate molto più cose, che da gli Scrittori. Et comincerò da la corteccia di sopra, la quale è molto difficile, a fare che ella non si guasti, o non si fenda: Percioche essendo ella pregna di humore, diventa humida: Tocca poi dal Sole, et da venti adviene, che ella in pelle in pelle si risecchi: per la qual cosa, come de l’altra creta molle veggiamo, che adviene, si ristringe la scorza di sopra, et apre fessure, che non si possono rimediare; percioche quelle parti, che saranno diventate aride, non si ristringono insieme per arte alcuna, et le parti humide cedono facilmente, et vanno dietro a chi le tira. Io veggo che gli Antichi posono le ultime corteccie, o di terra cotta, o di Pietra, et i tegoli veramente, ove non si vadia su con i piedi, ho io visti posti larghi per ogni verso tre quarti di braccio congiunti con calcina rimenata con olio. Et si veggono mattoncini minuti, grossi un dito, larghi duoi, et lunghi quattro; commessi per il lato a spinapesce. Possonsi vedere in molti luoghi lastricati di Pietre, fatti di tavole di Marmo grandissime, et di segate in più minuti pezzi, et di quadretti. Oltra di questo si veggono ammattonati, o smalti antichi, fatti d’una sola materia, cioè calcina, rena, et matton pesto, mescolato per quanto io posso conietturare, per terzo. Io ho trovato che questi smalti, sono più fermi, et più forti se vi si aggiugne la quarta parte di Trevertino pesto. Sono alcuni, che lodano grandissimamente per fare tal lavoro la polvere di Pozzuolo, che e’ chiamano Rapillo. Gli smalti, che di una sola materia sono composti, bisogna esperimentarli con batterli spessissimo; et che con il batterli spesso e’ si guadagnino l’un di più che l’altro, et lo essere serrati, et la durezza loro, tal che sieno quasi più duri, che la Pietra. Et è chiaro, che se tali smalti si bagnano con lavatura di calcina, et con olio di lino; acquistano una durezza simile al vetro, et che non è mai consumata dalle temperie. La calcina rimenata con olio, dicono che ne gli ammattonati non riceve mai cosa alcuna nociva. Sotto lo ammattonato, o smalto io veggo esservi posta materia di calcina, et di pezzuoli di mattoni minuti, et rotti, grossi due, overo tre dita. Sotto questa, si truova quasi come un ripieno, parte di pezzami di mattoni, parte di scaglie di Pietra, come quelle, che gli scarpellini levano con le subbie; et la grossezza di questa è quasi di un piede. Altrove infra quella di sopra, e questa, truovo esservi distesi pezzami di mattoni cotti; ultimamente nel più basso luogo, si trovano sassi non più grossi che un pugno. Veggonsi ne fiumi sassi, che si chiamano maschi, come sono quelli, che sono tondi, che tengono di felice, et di vetrina, che subito fuori dell’acqua si seccano, ma il matton cotto, et il tufo, et simili riserbano l’humidità gran tempo. Per la qual cosa sono molti, che affermano, che l’humidità, che esce della terra, non penetrerà mai a le corteccie de lo ammattonato, che harà sotto un suolo di tale sasso. Habbiamo visto ancora, chi sopra piccoli pilastri di tre quarti adattati sopra il suolo del terreno, con ordine quadrato, ha usato di por tegoli di terra cotta, con i quali feciono l’ammat-