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Nella magnifica e bellissima città di Firenze sono due casati d’antiqua nobiltà e gentilezza, l’uno chiamato de’ Bardi, l’altro de’ Bondelmonti, li quali essendo insieme inimici per la loro grande potenza e ricchezza attraevano a sé quasi tutta la terra in divisione. E dell’una parte il principale si chiamava messer Amerigo de’ Bardi, cavaliere di grandissima riputazione e prudente di consiglio, il quale nel suo tempo ebbe una sola figliuola chiamata Leonora. Dell’altra parte il primo era messer Bondelmonte de’ Bondelmonti, cavaliere animoso e di grande affare, e così come fu piacere della fortuna, ebbe uno solo figliuolo chiamato Ippolito Bondelmonti. Erano queste parte ricchissime e di roba e di superbia, e nella inimicizia vecchia assai crudelmente insanguinate, per modo che né messer Amerigo né messer Bondelmonte osavano andare con manco di trecento persone bene armate. E così l’odio nella inimicizia continuamente cresceva, insino che amore volse dimostrare con le sue forze di quanto vigore sia ’l suo fuoco.

Di che essendo già Leonora d’anni quindici, e andando il dì di Santo Giovanni a vedere la festa, e ritrovandosi Ippolito, il quale era d’anni diciotto, ancora lui in Santo Giovanni, gli venne risguardata la fanciulla, la quale per ventura guardava lui. E siccome si scontraro con gli occhi, si punsono il cuore d’amoroso disire in tale maniera che, prima si partissino quivi dal tempio, l’uno dell’altro fortemente s’innamorò. E più volte feritosi insieme con la coda dell’occhio, si dimostraro il loro amore essere parimente equale, non conoscendo però lui lei né lei lui. Di che partendosi Leonora con la sua compagnia, Ippolito la seguitava assai onestamente un poco di lontano, intanto che lui conobbe lei essere figliuola del loro capitale inimico. La fanciulla allo entrare di casa si voltò celatamente, e guardando il giovane, con un amo-