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stando gravi a voi e a chi v’ami, ma subito, prima che sdegno sussegua, discoprirete le vostre all’animo prese ombre; e così amando con interissima fede, prontissimo servire e graziosissimo accettare la benivolenzia di chi v’ama, seguite i vostri sollazzi amorosi, e fuggite cadere in tanta calamità quanta manifesto vedete seco queste gare apportino; né dubitate ogni gara essere ultimo sterminio dello amore. Amate, e sarete amate; servate in voi fede, e sarà mai vero amante che a voi rompa fede: ogni sdegno soffera chi ama, ogni oltraggio, ogni ingiuria, ogni dispetto; solo uno il fa rompere ad ira, inimistà e vendetta, questo certo quando e’ conosce in chi egli ama non essere fede. Vuolsi adunque solo amare uno quanto puoi, e a lui fare palese sempre ogni tuo amoroso pensiero. E così amando viverai lieta, felice e contentissima.

Vorrei, ove qui il tempo bastassi, insegnarvi più e più altre cose utilissime ad amare, ma veggo già lo spettacolo preparato, e qui cominciano intrare e’ travestiti e personati. Altro adunque tempo e luogo sarà da farvi in amorose astuzie più dotte. Voi intanto, figliuole mie soavissime, porgetevi liete a vostri amanti, né siate con questa tristezza a voi gravi e a chi v’ama; ma rattenete gli sguardi vostri in tanta moltitudine di testimoni; altrove in più atto solitario luogo cambierete fra voi risi e dolci amorosi gesti e sguardi. Ora disponetevi tanto amare quanto desiderate essere amate. Niuno incanto, niuna erba, niuna malìa più si truova possente a farvi amare quanto molto amare. Amate adunque, e fidatevi di chi v’ama, e chi voi amate serberà a voi pari fede e amore. Deponete sospetti, sdegni e gare, e così viverete, amando, felicissime e contentissime.