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profugiorum ab ærumna 423


Per quanto riguarda gli altri punti rilevati sopra nella lettera di Carlo, è difficile far quadrare le sue osservazioni con la storia e la fortuna del testo come è lecito ricostruirle dai codici superstiti. Il codice A fu certamente copiato intorno alla metà del ’400, e porta una trentina di correzioni fatte dall’autore stesso; ed è più facile, stando alla lettera di Carlo, credere che queste fossero eseguite all’inizio anziché alla fine di quell’iato di trenta anni. Questo codice avrebbe l’aria perciò di corrispondere con ogni probabilità alla copia originale asportata e poi ritrovata. Ma mentre è vero che gli altri codici superstiti sono di età più tarda e tutti probabilmente posteriori al 1472 (fatto che parrebbe confermare la poca diffusione dell’opera durante la vita dell’A.), e mentre L2 corrisponde grosso modo al testo corretto di A, c’è motivo di credere che la copia originale non fosse A bensì un altro codice da cui discende invece L1 . Quest’ultimo codice, copiato da Giovanni Strozzi nello stesso torno di tempo in cui trascrisse il Magl. XXI. 90, e precisamente nel 1483, si distingue nettamente dagli altri non solo perché non rispecchia gran parte delle correzioni autografe fatte su A (le quali sono invece passate in maggior numero negli altri codici), ma anche perché contiene certi passi — omessi senza dubbio per errore dagli altri codici — i quali dovettero figurare nella stesura originale dell’opera. D’altra parte L1 ha qua e là alcune parole e frasi in più degli altri codici, il che fa sorgere l’ipotesi che risalgano ad un altro codice riveduto anche esso dall’autore. Tutto ciò non esclude la possibilità che per Carlo Alberti il cod. A rappresentasse la copia originale, ma da quanto verrà qui dietro esposto si vedrà come la tradizione manoscritta dell’opera fosse più complessa che non lasci pensare la lettera al Vettori.

La seguente tavola dimostra in che misura le aggiunte e correzioni autografe fatte su A sono rispecchiate negli altri codici, e rivela già una situazione abbastanza complicata di rapporti tra di loro1. Escludo dalla tavola il codice Fa che pare una copia eseguita su Fb e in certi punti rimaneggiato (soprattutto all’inizio dei libri II e III); basti qui rimandare alle comuni lezioni citate sotto nell’apparato (pp. 113, 25-28; 155, 10 e 19; 161, 15; 164, 19; 165, 20; 167, 11; 169, 17; 170, 2; 178, 15; 179. 3; 181, 26: fuori di queste varianti tipiche si cita nell’apparato soltanto Fb).

  1. Col segno ✓ indico nella tavola la presenza negli altri codici delle aggiunte e correzioni fatte su A.