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ben culti di virtù e ornati di costumi, asseguiremo». In questo le lagrime loro e del padre ritennero che non fu licito procedere più oltre confortandolo.


6.     Poiché ’l vecchio fu uscito di vita, pur tenea cupidità e’ figliuoli di quella non meno ricca che splendida eredità, di que’ trionfali ornamenti, e rendersi gloriosi del nome d’esser detto primo virtuoso. Ma come bene allevati e civili fratelli, per non multiplicare fra loro contenzione, chiamorono arbitri e’ vecchi della loro famiglia, uomini integrissimi e severissimi, appresso de’ quali e’ discettassero ciascuno la sua causa. Statuito el dì, convenuti gli albitri e costoro, cominciò de’ fratelli el maggiore d’età, e così disse: «Padri, se io non fussi certissimo essere in voi verso di ciascuno di noi pari amore quanto nulla più vi si possa desiderare, insieme ed essere in voi iustizia tale che nulla vorrete, per gratificare a uno, meno favoreggiare all’altro, forse qui io e lungo vi pregherrei e adurre’vi cagioni assai per quali vi persuadessi fra noi non essere contenzione chi di noi assegua questi ornamenti, ma quasi essamine a chi di noi meno manchi virtù per essere a voi grato come perfetto virtuoso, e approvato come modesto, temperante e prudente. Né sarebbe in me vera modestia, né voi aresti da riputarmi prudente, s’io vi sollecitassi che oltre alla giustizia volessi essere non communi arbitri, ma fautori parziali; qual cosa né cerco né da voi aspetto, ché sempre