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libro terzo 165

firmato con ragione e bene instituito ad onestà, e dato ad acquistar lode e buona grazia fra i mortali e posterità, non mi basterebbe el dì; tanta copia d’ottimi argumenti mi si inondarebbe e suppeditarebbe. Forse altrove a tuo posta ne disputaremo. Per ora, quanto accade al nostro proposito, a me nulla dispiacerà ti consigli colla necessità e colla opportunità de’ tempi tuoi. Che dici tu? E’ mi dolgono le offese. Io desidero le cose pregiate. Che adunque? E che faremo? Al primo impeto ne scopriremo e ostaremo armati. Guarda, Niccola, quanto sia utile questo consiglio. Dirai: e a te, Agnolo, che ti pare? Vedi quanto io mi ti dia facile e largo. Non vorrei essere udito da questi miei filosofi. Dico, Niccola, e tu, Battista, della sofferenza si vuole avere o nulla o troppo. Nell’altre cose giovi usare mediocrità. In questa, dove tu non puoi presentarti e averti libero, ubbidisci a chi più può. Ad Euripide poeta parea la inobbidienza della moltitudine più che ’l fuoco valida, e più atta a destruere e consumare le cose. E dicono che la moltitudine sempre fu insuperabile. Omero dicea che ’l male sempre vince; ma quanto e dove e a chi bisogni cedere t’insegnerà la necessità. E iudica necessario el cedere sempre dove tu cedendo non peggiori tuo stato; e quello che per ora si può mutare se non in peggio, iudicalo ottimo. Nel resto ti concedo che dove a te sia lecito, mostrati uomo non al tutto sanza stomaco. Spegni, attuta l’arroganza di qualunque te incende ad ira. E così adunque a me non dispiacerà ti consigli colla necessità e colla opportunità de’ tempi tuoi in ogni tua impresa e faccenda. Né ti distolgo da’ tuoi sensi e proclività umane; né ti interdico che a te non dolga perdere e non avere tuo care cose e amate. Ben ti rammento non perseveri col dolerti, né pur seguiti essere e a te grave e a’ tuoi bisogni inutile e sinistro, e che desideri e che chiedi quel che e’ mortali pregiano e prepongono, e per quale s’espone el sudore, el sangue, la vita. Questo, s’egli è possibile acquistarlo e recuperarlo col dolerti e col piangere, come molti fanno, segui; vivi in assiduo e profondissimo dolore tanto che tu a te satisfaccia e asseguisca e’ tuoi desideri ed espettazione. Fa come fece quel M. Livio, uomo onoratissimo in Roma, quale sperava e a sé stessi promettea el consolato, ma poi repudiato dal populo e caduto dalle sue