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86 i libri della famiglia


Battista. Credo che Adovardo in questo forse sarebbe dal tuo, Lionardo, e dal mio giudicio molto dissimile.

Lionardo. Tu, Battista, son certo, l’uso e familiarità de’ tuoi studiosi di questa età, co’ quali al continuo imparando e conferendo conversi, ti pare vincolo di benivolenza più che gli altri intero e fermo. E se in te, come spero, crescerà virtù, di dì in dì molto più conoscerai l’amicizia essere da mantenerla e troppo da conservalla. Così vi conforto facciate: giudicate niuna cosa quanto l’amicizia essere utile e molto atta a vivere bene e beato. Persuadetevi al tutto, come fo io a me stessi, questa vera una amicizia nella vita de’ mortali doppo la virtù essere tale che molto sé stessi possa non solo agli altri amori, ma a qual si sia cara e pregiata cosa preferirsi e soprastare.

Battista. Sempre fu nostro desiderio, Lionardo, con ogni arte, industria e opera renderci atti ad acquistare e mantenere amicizie assai. E ora per tuo conforto saremo, quanto più essere potremo, diligenti e solleciti in renderci benvoluti da molti e molto amati. E questo faremo per ogni rispetto, ma più ancora per seguire, come facciamo, e nell’altre cose e ancora in questa, i costumi tuoi da ogni parte molto lodatissimi. E se tu, Lionardo, per non essere ozioso né muto, usi co’ compagni a qualunque loro detto contraporti, e se ora a te fu voluttà consentire ad Adovardo, per vedere apertissimo quanto in lui fusse verso i suoi carità e amore, riputerai tu a troppa baldanza se io, per imparare da te, in questo seguo i costumi tuoi difendendo opinione alcuna contro la sentenza tua? Se a me fia licito teco imparare, a te sarà meco necessario non meno che con Adovardo usare quella facilità e umanità tua insieme col giudicio tuo prestantissimo in discernere in me quanto io sia in questi studii delle lettere atto a simigliarmiti.

Lionardo. Niuna cosa a me più essere può grata. E in ogni altro luogo, e con tutte l’altre persone potrei riputarti a biasimo se tu, più che in te richiegga l’onestà e modestia, fussi ardito e audace. Ma meco t’è licito quanto vuoi ardire,