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74 i libri della famiglia

gentile. Ma sempre così fu la famiglia Alberta copiosa e abondante di leggiadri ingegni e d’animi prestantissimi. E quando bene fusse il contrario, uno simile a te studioso e ben diligente padre può con sua opera rendere infinita utilità. Scrive Columella, s’io ben mi ricordo, che uno chiamato Papirio veterense, avendo alla prima delle tre sue figliuole dato in dota el terzo d’un suo campo avignato, con tanta diligenza governava e’ due restati terzi che ne traea quel medesimo frutto qual solea trarre di tutto el campo. Dipoi, ancora sopragiunto el tempo, maritò l’altra seconda sua figliuola, e dotolla della metà di questo campo a lui doppo la prima dota rimaso. E, Dio buono, quanto può la cura e diligenza! Quanto in ogni cosa vale così essere sollecito! Niuna cosa sarà tanto ardua e laboriosa che l’assiduità non la convinca. Questo Papirio veterense con assidua cura e sollecita diligenza fece che questa terza parte di tutto il campo, quale doppo la seconda dota restò, a sé testé quanto prima tutto lo ’ntero campo rendea.

Non si potrebbe dire a mezzo quanto abbia grandissima forza lo studio, la sollerzia in ogni cosa massime quella de’ padri inverso de’ figliuoli, e’ quali con amore e fede proccurando l’onore e il bene de’ figliuoli si sentono in premio amare e pregiare, e godono rendere e’ suoi migliori e aspettano maggiori lode. E pure piaccia a’ padri ne’ suoi meritare che tanto potranno quanto e’ vorranno. Ma pare chi è desidioso in sé, chi non cura emendare e correggere sé stesso, si porge desidioso anche negli altri, e poco cura ove ne’ suoi manchi virtù. Ma tu, Adovardo, che se’ quanto sia possibile sollecito, che mai fuor di casa ti vidi sì occupato che tu non avessi cura della famiglia, né mai in casa ti vidi sì ozioso che tu non sollecitassi le cose di fuori, tutto il dì ti veggo scrivere, mandare fanti a Bruggia, a Barzalona, a Londra, a Vignone, a Rodi, a Ginevra, e d’infiniti luoghi ricevere lettere, e ad infinite persone al continuo rispondere, e fai sì che essendo tu coi tuoi, ancora t’inframetti in molti altri luoghi, e senti e sai quello che per tutto si fa; Adovardo,