Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/69


libro primo 63

intera natura venire quanto per sé possa perfetta, a me certo parrà potere affirmare questo, che tutti e’ mortali sono da essa natura compiuti ad amare e mantenere qualunque lodatissima virtù. E non è virtù altro se none in sé perfetta e ben produtta natura.

Pertanto stimo mi sarà licito potere dire el vizio nelle menti e animi de’ mortali sia scorretta consuetudine e corrotta ragione, la quale viene da vane opinioni e imbecillità di mente. Ben forse confesserei qualche stimolo più e meno da natura fusse congiunto alle cupidità e appetiti degli uomini, come, se ben mi ramenta, già intesi che e’ sanguinei sono naturalmente più ch’e’ maninconici amatori, e’ collerici subiti ad ira, ne’ flemmatici sta una desidia e pigrizia, e sono e’ malenconici quasi più che gli altri timidi e sospettosi, e per questo avari e tegnenti. Se adunque ne’ tuoi apparirà naturale alcuna ottima disposizione d’ingegno, intelletto e memoria, sarà da seguire in loro con ogni industria dove la natura la dirizza, alle scienze suttilissime, alle lettere e dottrine elegantissime e prestantissime. E se gli vedrai robusti, altieri d’animo, volenterosi e più atti ad essercizii militari che all’ozio delle lettere, in questo ancora sarà da seguire la natura, usarli in prima a cavalcare, armare, saettare, e nelle altre destrezze lodate negli uomini d’arme, e così in ogni buona disposizione seguire amaestrando quanto e’ giovi, ma nelle male inclinazioni vincerle con studiosa cura e assidua diligenza. E qui giudicano e’ prudenti più nel vizio possa l’uso e consuetudine lascivo e immoderato, che naturale alcuno appetito o incitamento. Tutto il dì si pruova questo, per disonesta compagnia, per trovarsi non rarissimo ne’ luoghi poco casti, e’ giovani, e’ quali da natura erano riposati, rimessi e vergognosi, ivi diventano immodestissimi, sbardellati e avventatacci. E così nell’altre simile cose si vede qualche consuetudine più valere in noi che e’ naturali nostri appetiti a farci viziosi, come abondare di troppi apparecchiati cibi fa l’uomo libidinoso. Onde nacque lo antiquo proverbio: «Senza Cerere e Bacco giace fredda Venere».