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libro primo 51

continente, d’un debole ingegno possente, d’una inferma memoria farla tenacissima e fermissima. Nessuno sarà vezzo sì strano né sì indurato che in pochi dì una ferma diligenza e sollecitudine nollo emendi tutto e rimuti. Scrivono che Stifonte megaro filosofo da natura era inclinato ad essere ubriaco e lussurioso, ma con essercitarsi in scienza e virtù vinse la sua quasi natura, e fu sopra gli altri costumatissimo. Virgilio, quello nostro divino poeta, da giovane fu amatore, e così di molti altri si scrive, e’ quali prima in sé avevano qualche vizio, poi con studio essercitandosi in cose lodatissime sé corressero. Metrodoro, quel filosofo antiquo, el quale fu ne’ tempi di Diogene cinico, tanto acquistò con uso ed essercitazione della memoria, che non solo referiva cose insieme dette da molti, ma ancora con quel medesimo ordine e sito profferiva le medesime loro parole. Che diremo noi di quel sidonio Antipar, el qual soleva per molta essercitazione e uso essametri e pentametri, lirici, comici, tragedi e ogni ragion di versi, ragionando di qualunque proposta materia, esprimere e continuato proferirgli senza punto prima avergli pensato? A costui, per molto avervi l’ingegno essercitato, fu possibile e facile fare quello quale a’ meno essercitati eruditi oggi con premeditazione e spazio si vede essere fatigoso. Se in costoro in cose difficili l’essercitarsi tanto valse, chi dubita quanto sia grandissima la forza dell’essercizio? Ben lo conoscevano e’ Pitagorici, e’ quali fermavano con essercizio la memoria riducendosi ogni sera a mente qualunque cosa fatta il dì. E forse questo medesimo giovarebbe a’ fanciulli, ascoltare ogni sera quello che il giorno avessono imparato. E’ mi ramenta che nostro padre spesso non bisognando ci mandava con imbasciate a più persone, solo per essercitarci la memoria, e spess’ora di molte cose voleva udire il parere nostro per acuirci e destarci l’intelletto e l’ingegno, e molto lodava chi meglio avesse detto per incenderci a contenzione d’onore.

E così sta bene, anzi debito a’ padri in molti modi provare l’ingegno de’ suoi, star sempre desto, notare in loro ogn’atto e cenno, quelli che sono virili e buoni trargli innanzi e lo-