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330 i libri della famiglia

maggiore studio che questo qual dimonstrasti bisognava ad allettarci nuovo alcuno benivolo? Dura cosa stimano sia, senza prima satisfarsi vendicando, deponere l’ira; e qualunque irato sia, costui iudica sé non iniusto difendere sua contesa; pertanto statuisce in lode contendere per la iustizia.

Adovardo. Non voglio dubiti, Lionardo, che la facilità, benignità, liberalità e simili virtù, come a iungere nova amicizia, così ancora molto muoveno gli animi, benché acerbi e duri, a repacificarsi in antiqua benivolenza con chi e’ le senta essere né fitte né simulate. Già che, se ’l benificio ricevuto da chi nulla a noi poteva né doveva nuocere tanto ci fu grato, chi negherà non te dovere rendere a costui grazia, quale potendo e forse dovendo esserti grave e infesto, fu umano e teco benificientissimo? Credo prudente niuno iudicherà non essere questo doppio dono a te, e benificio di colui al quale stava noiarti, e propose teco non solo non essere difficile e grave, ma umanissimo e accomodatissimo. Né fu se non benificio e liberalità propria d’animo degno d’imperio e generoso, prima quanto a te nulla fu dannoso, poi quanto a te accrebbe utilità ed emolumento. E chi potrebbe non amare un tale simile nato a gloria e a meritare immortalità? In cui sarebbe sì prepostera e perfida natura ch’e’ non commendasse a perpetua memoria costui, da cui benificenza e’ sia uscito d’ogni suspizione e sollecitudine, quali sono gravissime in la inimicizia, e sia con dignissima liberalità revocato a dolce e lieta amicizia? E qual inetto, cupido d’ozio e tranquillità, quale ciascuno ama in sé e loda, con odio e contumelia pur studii vendicando essere sicuro? Quale stolto non conosce quanto le iniurie nulla lievino le inimicizie, ma molto acrescano odio? Dara’mi tu savio qual dica per altro vendicarsi che per rendere a sé l’inimicizia men molesta? E sia quanto vogliono prudente sentenza quella di Tales milesio, quale, domandato qual cosa facesse essere lieve la gravezza delle cose in vita moleste, rispose: «se vedremo l’inimico peggio afflitto che noi»; sarà e’ che uomo ben consigliato, dispiacendoli quanto debba a ciascuno non stolto dispiacere el vi-