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libro quarto 329

per quale e’ possano noiarci. Sarà adunque nostra opera tôrli, quanto in noi sia, queste armi di mano; e in questa opera chi sarà non perfido, non proditore, ma aperte e iusto concertatore, mai costui sarà chi del difendersi virile e animoso el biasimi, né sarà chi non assai lo scusi se renderà pari a pari, non odio per odio, ma forza per forza, e sdegno contro alle iniurie. Così adunque faremo: leveremo l’armi a lui, e noi prepararemo che né in la persona né in le nostre cose possa esserci dannoso. E in prima cureremo servare la fama nostra integrissima, qual cosa sempre appresso e’ prudenti fu sopratutto carissima e preziosissima.

Lionardo. Piacemi. Ma forse fia più difficile fare che e’ non voglia molestarci. Pertanto, se aremo fatto che non possa nuocere a noi, che resta altro se non cercare di superarlo?

Adovardo. Non sa’ tu che due furono sempre ottime e gloriosissime vittorie contro ogni inimicizia, l’una quanto Diogenes, domandato in che patto molto potesse essere grave al suo inimico, rispuose: «vivendo onestissimo e adoperandoti in cose lodatissime». Né dubitare che a chi dispiace vedere el campo tuo ben cultivato e molto seminato, e a chi duole vederti in leggiadri e splendidi ornamenti vestito, e frequentato da molti amici, sano e robusto, costui adolorerà vedendo te ben culto di costumi, molto ornato di virtù, celebrato con buona fama e molte laudi e in parte niuna vizioso. L’altro modo sarà se sapremo, quanto i’ dicea, far che men voglia esserti non amico. E chi dubita questa sarà vittoria molto grandissima e di tutte nobilissima in una onesta, lieta e lodata opera uccidere l’odio e tutta la inimicizia insieme, e acquistarti nuovo amico?

Lionardo. E chi stimi tu tanto sarà dotto e perito in queste arti che ben sappia quanto tu proponi? Credi tu forse, come i’ dicea, così qui qualunque studioso arà mandato a memoria le cose sino a qui recitasti, e vorrà seguire e’ buoni quali esponesti ammonimenti, costui sarà non imperito a farsi non odiare? Vedi, Adovardo, che a ridurti benivolo l’animo di chi già verso te sia inceso di grave odio, non bisogni altro