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libro quarto 277

dove molto proseguimmo ragionando come alla caccia, e a quella delli uccegli, e a quella delle fere, e quella de’ pesci era necessario avere chi le fiere trovasse per non ivi indarno affaticarsi; e bisognavavi chi interpellasse e arrestasse la fera, se forse o timida fuggisse, o troppo ferocissima insultasse; e convenirvi chi la ritenga e prosterna e sottenga, e simile cose assai, per qual si dimostrava essere le cacce non solo simili allo essercizio delle armi, ma necessario e lodato essercizio a’ principi, non meno e a’ privati nobili cittadini.

Giannozzo. E che lode fie questa, darsi o intendersi di cacce? Seguendo bestie, atorniato da bestie, comandare e gridare a bestie, sedere sulla bestia? E chi così troppo si diletta, ancor lui bestia! E sono spese quelle grandi e inutilissime; poi tutto l’anno la casa mal netta, tutto l’anno pascer bestie per solo dì quindici trastullarsi e, trastullo certo da discioperati e da putti, vedere correre e volare; ché se questo vi diletta, un gattuccio in casa farà seguendo un parpaglione tarpato, o volgendo uno uovo infiniti mille più bellissimi e strani attucci; e fuori un nibbio vederete e con maggiore astuzia volteggiare la preda, e con animo non raro più che lo sparbiere, con l’altro nibbiaccio combattere suso alto a mezzo il cielo. E se forse la preda vi diletta, con molte e molte minor spese e minor fatica, e più salvezza della sanità vostra, altrove arete da saziarvi. Non a’ caldi mezza alla estate, non a’ freddi e neve, non alla polvere, non a’ venti aspri vi sarà opera agitarvi e tanta sofferir stracchezza per poi averne sì piccolo e brieve piacere e inutile sollazzo. In cose più degne e più alla famiglia nostra accommodate vorrò vedere la nostra gioventù essercitarsi.

Piero. E la preda non dispiace, e il giuoco di vederli volare a predare agrada. Ma in prima lo essercizio troppo contenta; el pigliar aria e lassar l’animo dalle cure publice assidue e grave ci diletta. Agiugni che le cacce sono preludii e quasi scuola a bene essercitare in arme. Ivi s’impara meglio usare la saetta, il dardo, lo spedo, e imparasi giugnere correndo, e aspettare fermo l’inimico. Non dico quanto l’im-