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LIBRO QUARTO


Liber quartus familie: de amicitia


Era già quasi da riporre gli argenti e ridurre in mensa l’ultima collazione al convito, quando Buto, antico domestico della famiglia nostra Alberta, udendo che per vedere nostro padre, quale ne’ libri di sopra dicemmo iacea infermo e grave, fussero que’ nostri vecchi venuti: Giannozzo, Ricciardo, Piero, e gli altri a lui persino dai primi suoi anni molto familiari; sopragiunse a visitarli e presentò loro poche ma fuori di stagione scelte e rare, e di sapore e odore suavissime frutte. Onde, doppo a’ primi saluti, fu commendata la fede e constanza di Buto, che così ne’ nostri casi avesse conservata la ottima persino dallo avolo suo co’ nostri Alberti nata e ben nutrita amicizia: essere adunque vero amico costui a chi qual sia commutazion di fortuna può mai distorre o minuire la impresa benevolenza, e sopra gli altri meritar lode chi come Buto di sua affezione e animo nelle cose avverse ancora non resti dare di dì in dì aperti e grati di sé stessi indizii e beneficio. Seguirono questi ragionamenti oltre sino che gli affermorono così, in vita de’ mortali più quasi trovarsi nulla sopra alla amicizia da tanto essere pregiata e osservata.

Buto, uomo di natura lieto, e uomo quale forse ancora la sua perpetua povertà e insieme el convenirli assentando e ridendo piacere apresso chi e’ discorreva per pascersi in varie e diverse altrui case, così l’avea fatto ridicolo e buono artefice di mottegiare: — E che? Tanto lodate voi questa amicizia, — disse, — e tanto ponete in alto grado di prudenza chi