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116 i libri della famiglia

d’Iddio abbattersi a moglie in tutto pacifica e costumatissima, e puossi riputare felice marito colui el quale dalla moglie vedrà mai nato alcuno scandolo o vergogna. Beato colui a chi la mala moglie non porge maninconia alcuna. Però di questo molto si prieghi Dio, che al nuovo marito dia grazia di ricevere buona, pacifica, onesta e come dicemmo prolifica sposa. Ancora di nuovo dirò tanto: mai si resti di pregare Iddio che conservi nel congiugio onestà, quiete e amore.

Battista. Avendo io adritto l’animo a tôr moglie, Lionardo, non so quanto mi fusse utile udirti qui tanto diffidarti, e tanto dubitare che a’ mariti siano le moglie manco che oneste.

Lionardo. Taci, Battista, non mi calunniare, non interpretare le mie parole come se io intendessi vituperare i femminili animi e costumi. Anzi mi piace in ogni facile e difficile cosa sempre invocare l’aiuto d’Iddio. Niuna cosa si truova tanto difficile che a noi quella col favore d’Iddio non sia molto facilissima. Né cosa si truova sì facile, la quale o sua natura, o per qualche caso talora non sia in qualche uno difficillima. Però giova, Battista, pregare Iddio che le cose a tutti gli altri facili, a noi non caggiano difficili. Ma seguitiamo il primo ragionamento nostro. Dissi qual fusse in casa atta moglie a portare figliuoli; ora mi pare seguiti di considerare quanto al procreare de’ figliuoli si richiegga, la qual parte forse per qualche rispetto sarebbe da preterire. Ma sarò in quella, benché molto necessaria, pure sì copertissimo e brevissimo, che a chi ella non gustasse sarà come non detta, e a chi ce la qui aspettasse arà da non desiderarla. Provegghino i mariti non darsi alla donna coll’animo turbato di cruccio, di paura o di simili alcune perturbazioni, imperoché quelle passioni le quali premono l’animo impigriscono e infermano la virtù, e quelle altre passioni le quali infiammano l’animo, perturbano e fanno tumultuare que’ maestri e’ quali aveano indi a fabricare quella imagine umana. Di qui s’è veduto d’un padre ardito e forte e saputo uno figliuolo timido, debole e scioccaccio, e d’un moderato e ragionevole padre essere nato