Che non è da cerretano:
Non sia già che il cioccolatte 185V’adoprassi, ovvero il tè,
Medicine così fatte
Non saran giammai per me:
Beverei prima il veleno
Che un bicchier, che fosse pieno 190Dell’amaro e reo caffè:
Colà tra gli Arabi,
E tra i Giannizzeri
Liquor sì ostico,
Sì nero e torbido 195Gli schiavi ingollino.
Giù nel Tartaro,
Giù nell’Erebo
L’empie Belidi l’inventarono,
E Tesifone e l’altre Furïe 200A Proserpina il ministrarono;
E se in Asia il Musulmanno
Se lo cionca a precipizio,
Mostra aver poco giudizio.
Án giudizio, e non son gonzi, 205Quei toscani bevitori,
Che tracannano gli umori
Della vaga e della bionda,
Che di gioja i cuori inonda, Malvagìa di Montegonzi;