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5. Il sogno di una biblioteca aperta     73


Il progetto che stava per nascere si collegava direttamente all’idea di digitalizzazione alla base dell’iniziativa Internet Archive, che aveva il fine di rendere possibile ai cittadini la lettura del testo integrale di tutti quei libri che ormai non erano più protetti dalla normativa sul copyright e che potevano, così, essere resi disponibili al mondo.

Il futuro prevedeva, anche, l’aggiunta di una funzione di print-on-demand: si sarebbe potuta ottenere una copia a stampa dei libri digitalizzati e, persino, uno scan-on-demand. Anche tutti i libri ormai non protetti da copyright e, quindi, non più stampati o non più interessanti per gli editori, avrebbero potuto “rivivere” una seconda giovinezza in forma fisica.

Il codice sorgente della piattaforma sarebbe stato aperto, così come le liste di discussione del progetto, al fine di dar vita a una comunità molto vivace attorno a quella idea originaria.

La data ufficiale di partenza della Open Library, con una vera e propria chiamata alle armi sul web, fu fissata per il 16 luglio 2007.


A quindici anni di distanza dal lancio, Open Library vive ancora, e in buona salute, sul web.

I numerosi aspetti innovativi ideati da Aaron sono stati apprezzati da tantissimi utenti, e hanno attraversato gli anni opportunamente adattandosi al cambiamento della rete.

Aaron voleva, innanzitutto, apertura e completezza dei dati. Questa sua ossessione per avere sempre a disposizione tutti i contenuti non si presentava come un obiettivo facile per un mondo come quello dei libri e, soprattutto, degli editori.

Esigeva, poi, che la “sua” biblioteca aperta fosse raggiungibile anche da quelle persone che non potevano accedere a biblioteche tradizionali, e che presentasse i contenuti con caratteri, modalità e formati che avrebbero permesso anche a disabili, anziani e persone con problemi alla vista di recuperare i libri e di leggerli. Infine, voleva dare la possibilità a chiunque di pubblicare un libro anche al di fuori dei sempre più complessi canali editoriali tradizionali.

Il tutto doveva avvenire in un ambiente di comunità, collaborativo, di modo che tutti potessero essere coinvolti nel miglioramento del progetto e nella sua crescita.

Tutti dovevano sentirsi parte di qualcosa di grande. Tutti dovevano impegnarsi per migliorare le schede dei libri che più avevano amato. Tutti dovevano operare creando nuovi collegamenti tra i dati e le schede, tra i libri e gli autori, tra le citazioni e le note. Tutti dovevano digitalizzare il più possibile delle opere. Solo raggiungendo questi obiettivi, secondo Aaron, l’umanità avrebbe contribuito a fornire un accesso universale alla conoscenza.