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68      Aggiustare il mondo


La tecnologia, concluse Swartz al termine di queste accorate riflessioni, ci dovrebbe permettere di risolvere questi problemi, non di crearli. Ma, evidentemente, non lo può fare da sola: occorre che le persone si riuniscano attorno a un tavolo e inizino a costruire strumenti che li risolvano.

Il modello delle startup dell’epoca, per Aaron, stava prendendo una direzione completamente differente da ciò che lui aveva sempre immaginato e voluto. E questo, certamente, lo metteva in forte disagio.

Unico lato positivo fu, ovviamente, la liquidazione di diversi milioni di dollari a ciascuno dei tre fondatori quando fu chiuso il rapporto societario e, finalmente, uscirono dalla compagnia.

Ricordando questi pochi mesi – ma fondamentali – di Aaron come imprenditore nella Silicon Valley, viene facile tracciare un parallelismo tra Aaron e i suoi coetanei che come lui erano, allora, al centro della rivoluzione tecnologica e della prima economia digitale.

Diventa semplice il paragone, ad esempio, con Mark Zuckerberg e Facebook (che stava nascendo), con Google e la sua voracità di dati per fini economici e, in generale, con quel trend che era partito e stava monetizzando le persone, i loro dati, la loro presenza in rete, i loro sentimenti e i loro comportamenti.

Aaron non voleva che i contenuti generati dalle persone fossero chiusi e venduti.

Voleva combattere per una informazione libera, gratuita per tutti – soprattutto per i più deboli e i più poveri – e per attivare servizi che unissero le persone in maniera utile. Aveva in mente questa grande “mente collettiva”, che avrebbe portato trasparenza e consapevolezza nei cittadini e che avrebbe, finalmente, minato alla base il potere dei governi e dell’autorità.

I problemi di coscienza – e anche di salute, mentale e fisica – che furono generati in Aaron da questo breve periodo ebbero, però, il pregio di fargli mettere a fuoco, finalmente adulto, i suoi reali interessi e il suo preciso ruolo in quel mondo.

I vent’anni furono anche, contemporaneamente, il consolidamento delle sue passioni per i libri, per la scienza e del suo amore-odio per il mondo accademico.

In pochi mesi avrebbe dimenticato l’esperienza nella Valley e si sarebbe concentrato su ciò che veramente lo appassionava.