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3. L'incontro con Lawrence Lessig


San Francisco, California, dicembre del 2002. Aaron ha appena compiuto sedici anni.

È in corso, in una sala-conferenze gremita, l’evento di lancio del progetto Creative Commons, un’ambiziosa e sofisticata strategia per la liberazione della cultura e dei contenuti online.

I fondatori, le fondatrici, decine di studiosi, studiose e ospiti si danno il cambio sul palco per illustrare con entusiasmo le basi e i punti specifici dell’iniziativa. Tra il pubblico vi sono centinaia di programmatori, attivisti, imprenditori, musicisti, registi, informatici e politici.

Il podio per i relatori è in legno, abbastanza spartano, con alcuni computer portatili impilati con cura.

Aaron, data la sua statura, arriva a malapena al microfono. Nelle riprese video, in rete, che hanno custodito la memoria di quell’evento, appare emozionato ma, poi, si rivela sicuro nel parlare e, soprattutto, sembra estremamente convinto di ciò che sta dicendo. Il suo laptop bianco gli fa da scudo, e ogni tanto si aiuta con qualche appunto su carta per recuperare il filo del discorso.

Il ragazzo si trova lì per spiegare in maniera semplice cose complesse a un pubblico di adulti: sta realizzando, in pratica, uno dei sogni della sua vita.

Il dubbio originario, in capo agli organizzatori, era se quel consesso così importante fosse in grado di prendere sul serio la presentazione di un adolescente.

L’adolescente, dal canto suo, di dubbi non ne aveva: per quasi cinque minuti parlò senza fermarsi e illustrò l’architettura informatica che aveva in mente e che venne, poi, incorporata in quel progetto che diventerà Creative Commons.

Da lì in avanti, Aaron Swartz sarà sempre considerato come uno degli “architetti” della parte più tecnologica di Creative Commons, ossia di quello che è, probabilmente, l’aspetto più innovativo delle licenze che stavano per essere presentate per la prima volta.

Dopo aver partecipato alla creazione delle specifiche RSS, Aaron lasciava così la sua impronta in un altro progetto che avrebbe cambiato sensibilmente il modo di interpretare il copyright nella società digitale.

Sul suo blog, in un post del 5 marzo 2002 (“Aaron joins Creative Commons as RDF Advisor”), il ragazzo aveva annunciato l’inizio di quella attività:

Oggi ho avuto, finalmente, il permesso di annunciare al mondo che sto lavorando al progetto Creative Commons in qualità di RDF Advisor. Non posso dire in dettaglio cosa sto facendo, se non che mi sto occupando di RDF, e che sto fornendo loro una consulenza. Ora mi stanno gentilmente accompagnando alla Emerging Technology Conference di O’Reilly, dove il progetto farà il suo debutto. Riporto, qui di seguito, alcune dichiarazioni, citazioni, comunicati stampa e note di programma