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2. Un teenager su un milione     43

Internet, la vita sarebbe stata più semplice per tutti.

Non era, però, facile spiegare al mondo l’idea che Tim aveva in mente. Ancora più difficile era costruirne l’infrastruttura tecnica alla base.

Ci voleva tanta immaginazione: bisognava che le persone si immaginassero come quel link potesse portarle, in concreto, “verso” qualsiasi documento esistente. Questo era il passaggio interpretativo, e immaginario, che lo scienziato domandava all’ascoltatore quando descriveva il progetto. Ed era il più difficile.

Qualcuno, però, capì, e si creò un movimento spontaneo dal basso, che rese l’intera avventura, ricorda Berners-Lee, divertente.

Questa fu la cosa eccitante: non la tecnologia in sé, non cosa le persone ne avrebbero fatto, ma la nascita di una comunità. Lo spirito di queste persone che si riunivano e che si scambiavano e-mail per condividere le idee.

Oggi Tim Berners-Lee è, nei progetti che sta portando avanti, altrettanto innovativo e non ha, di certo, perso lo smalto delle origini.

Nei suoi discorsi in pubblico più recenti ha ribadito la forte volontà che in rete siano messi anche tutti i dati, e non soltanto dei documenti.

Lo scienziato vede ancora, in questo ambito, un enorme potenziale inesplorato, soffocato, in parte, dal fatto che tanto materiale non sia, sul web, in forma di dati.

I documenti li leggi. Puoi “saltare” da uno all’altro – ricorda Tim Berners-Lee nel TED che abbiamo citato poco sopra – Mentre con i dati, se hai un computer, puoi fare tantissime altre cose. I dati, ad esempio, si possono combinare fino a creare oggetti finali che sono più interessanti dei ‘pezzettini’ di dati presi singolarmente. Si possono inserire all’interno di un software, ad esempio. È, quindi, davvero importante, oggi, avere molti dati e non soltanto documenti. Immaginatevi – dice lo studioso – un mondo nel quale tutti abbiano caricato i loro dati sul web. Un mondo nel quale qualunque cosa voi possiate immaginare, sia presente sul web. E chiamatelo, tutto questo, il mondo dei linked data. La tecnologia del futuro è questa. Quella dei linked data. E nel caso voleste pubblicare qualcosa sul web per contribuire a un simile sistema, diventerebbe un’operazione davvero semplice, a patto che tutti seguano tre regole ben precise, affinché il sistema funzioni bene. La prima regola è che gli indirizzi con il formato http non saranno più utilizzati solo per i documenti ma, anche, per indicare le “cose” e gli “oggetti” di cui quei documenti parlano. Li useremo per le persone, per i luoghi, per i prodotti, per gli eventi: ogni sorta di concetto avrà un nome/indirizzo che inizierà per http. Qualsiasi oggetto. La seconda regola prevede che se un utente prende uno di questi nomi http, lo cerca, va sul web e recupera i dati corrispondenti usando il protocollo http, ne ricaverà dei dati che sono sempre in un formato standard e che conterranno informazioni importanti. La terza regola è che tutti i dati dovranno essere correlati tra loro. Quando ricaviamo quelle informazioni, otteniamo anche delle relazioni tra i dati stessi. I dati, quindi, diventano relazioni.