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Epilogo     229


Siamo in presenza, conclude Mantellini, di due ragazzi normali che sono stati demoliti da governo e politica. Due ragazzi che avrebbero potuto dare ancora molto al mondo, e che sono stati invece perseguitati – o costretti a fuggire – per le loro idee e le loro scelte.

In nessuno dei due casi – conclude – né a margine della tragica fine di Aaron Swartz, e tantomeno nel caso di Edward Snowden, è stato possibile tentare il trucchetto del diverso e del pazzo, così egregiamente riuscito con Julian Assange, uomo strano e forse discutibile, esiliato nella piccola ambasciata dell’Ecuador a Knightsbridge. Due ragazzi normali, più normali della media, di una pulizia difficile da attaccare: nessuna possibilità di ridurli ai margini nella usuale delegittimazione che si applica tracciando una linea fra noi e loro, fra il normale ed il patologico. Una delegittimazione usuale che nel caso di Snowden è stata comunque tentata nei primi mesi dopo la sua fuga, ma con scarsi risultati. Nel caso di Swartz, semplicemente non si poteva, perché il dolore della morte supera qualsiasi cinismo architettato ad arte, perché le minacce di anni di galera come punizione per aver liberato testi accademici su Internet raccontano un tale collasso di senso ed intelligenza, che davvero non ammette replica. E nella drammatica evenienza di una morte, segna con un tratto di penna indelebile l’abisso di una nazione intera.

Un anno dopo la vicenda di Snowden, nel 2014, le rivoluzioni tecnologiche continuano. Facebook acquista WhatsApp: inizia, con questa storica fusione, quella concentrazione, in pochi colossi tecnologici, di potere – e di big data – che diventerà la caratteristica principale della società dell’informazione moderna e che prenderà la forma di un vero e proprio capitalismo della sorveglianza, come lo definirà puntualmente la studiosa Soshana Zuboff. I dati dei cittadini diventano merce, o valuta, e sono gli stessi cittadini a esibirli, e a metterli in circolazione, denudandosi, in cambio di servizi apparentemente gratuiti o a basso prezzo.

Il 2015 appare essere l’anno delle self-driving cars e dei droni: due tecnologie che attirano gli interessi, le energie e le risorse di sviluppo dei tre grandi Apple, Facebook e Google. Anche il mondo dei contenuti e del copyright, tanto caro ad Aaron, sta cambiando pelle rapidamente: in quell’anno, vi è il boom dello streaming, un nuovo modo per fruire di contenuti che elimina dal mercato i DVD. Nel frattempo, Instagram supera Twitter come numero di utenti e Tesla annuncia la possibilità concreta di eliminare il guidatore dalle auto.

Il 2016 è l’anno della politica, delle tornate elettorali e delle fake news. È un anno che certamente avrebbe appassionato Aaron: la piattaforma Facebook è infestata da disinformazione – non solo politica – e ci si sta preparando all’arrivo dello scandalo mondiale causato dall’operato della società Cambridge Analytica. Un caso giudiziario diventato celebre – Apple vs. FBI – riporta in auge, in quei mesi, il tema della crittografia, della cifratura delle informazioni personali e della sua potenza: Apple si rifiuta di violare, per conto dell’FBI, il sistema operativo