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15. L'accesso a JSTOR     141


Il ripostiglio viene, poi, ripristinato esattamente così com’era stato trovato, ad eccezione dell’installazione della nuova telecamera.


Circa mezz’ora dopo, un individuo entra nel fuoco dalla videocamera appena installata nel ripostiglio del seminterrato. Cambia il disco rigido collegato al portatile e ripone quello vecchio dentro al suo zaino.

Alcuni agenti delle forze dell’ordine, che hanno visto tutto in diretta grazie alla telecamera, si precipitano, allora, verso il ripostiglio per arrestare quella persona, ma se ne è già andata prima del loro arrivo. Nessuno, nei paraggi, è in grado di riconoscere la persona apparsa nel video.

A questo punto, si prendono alcuni fotogrammi del video e si generano delle foto segnaletiche del sospetto, che vengono stampate e distribuite alla polizia del MIT. Il MIT, nel frattempo, fornisce spontaneamente tutti i dati, i file di log e gli elementi di indagine, man mano che sono raccolti, alla task force esterna di agenti.

Vi sono, in pratica, tre indagini aperte contemporaneamente: quella interna dei tecnici di JSTOR, quella interna della polizia del MIT e quella esterna che coinvolge i detective di Cambridge e i Secret Services nella task force e che ricevono aggiornamenti e fonti di prova dal MIT in tempo reale.

Alle 12:30 circa di martedì 6 gennaio, qualcuno entra di nuovo nello sgabuzzino. Viene ripreso dalla telecamera anche in questa occasione ma, mentre sta entrando, decide di coprirsi il volto con un caschetto da bicicletta. Lo toglie solo dopo che è entrato e ha chiuso la porta.

Anche in questo caso, nessuno della polizia del MIT riesce a raggiungere l’edificio 16 in tempo per fermare, o almeno intercettare, la persona che è entrata nello sgabuzzino.

Verso le 14:00, un agente di polizia del MIT a bordo di un’auto civetta che si sta recando in un garage dopo il suo turno di lavoro, guarda con attenzione la fotografia che ha con sé, fornita dai vertici del campus. Il poliziotto conosce bene l’indagine in corso e viene informato via radio che il portatile è stato rimosso dal ripostiglio del seminterrato e che ora è da qualche parte nel campus. Ha anche guardato con attenzione il video del 4 gennaio che ritraeva il sospetto, così come i fotogrammi ricavati dal video.

Quando imbocca Vassar Street, vicino a Massachusetts Avenue, il poliziotto vede un ciclista, proveniente dalla direzione opposta alla sua, che lo supera.

Sulla base delle foto che ha con sé, e del video che ricorda bene, e notando lo zaino e i vestiti che il ciclista indossa, l’agente è convinto che il ciclista corrisponda alla descrizione del sospetto del ripostiglio del seminterrato.

Senza attendere oltre, l’agente effettua un’inversione a U per mettersi all’inseguimento del ciclista che, nel frattempo, ha appena svoltato su Massachusetts Avenue e sta proseguendo verso nord in direzione di Harvard Square.