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13. La tutela degli informatori     123


risposta, un nome in codice generato casualmente. I file saranno cifrati e inviati a un server separato dal resto della rete di Condé Nast.

Per poterli visualizzare, i redattori dovranno adottare una serie di precauzioni di sicurezza, tra cui la decifrazione dei file stessi su un computer separato non connesso a Internet, e le comunicazioni successive utilizzeranno quel nome in codice.

Il lancio di questa architettura fu effettuato solo pochi giorni dopo che un’agenzia di stampa aveva rivelato come gli investigatori del Dipartimento di Giustizia avessero monitorato le telefonate di alcuni giornalisti per cercare di scoprire le loro fonti.

Strongbox è stato progettato proprio per rendere le testate giornalistiche un po’ meno vulnerabili alle richieste governative o ai controlli aziendali: a meno che una fonte non scelga di identificarsi, nemmeno i giornalisti sapranno chi è e, a differenza di quanto accade con un’e-mail proveniente da un account “usa e getta”, non c’è un servizio/provider come Google o Yahoo cui rivolgere istanze processuali.

Strongbox è utilizzato solo dal New Yorker, ma il codice sottostante, noto come DeadDrop, è oggi disponibile con licenza open source su GitHub.

Questi progetti sono, negli Stati Uniti d’America, strettamente legati all’idea del ruolo della stampa e della sua funzione democratica e di controllo, un tema che per Aaron era non solo estremamente affascinante, ma centrale nella vita di un Paese.

The Freedom of the Press Foundation, negli Stati Uniti, oltre a organizzare dei tradizionali hackathon per testare e migliorare simili sistemi, ha sempre individuato l’impulso di Aaron dietro al progetto SecureDrop come la volontà di ristabilire l’equilibrio tra i governi e i giornalisti che vogliono comunicare con fonti anonime. E questo, unito a una libertà di stampa molto forte, è visto come un elemento essenziale per una democrazia funzionante.

Si pensi che la Fondazione si è presa carico dello sviluppo e della promozione di un simile sistema open source, al fine di aiutare le organizzazioni dei media a semplificare il processo di accettazione sicura dei documenti provenienti da fonti anonime.

In questa fase di sviluppo di prodotti pensati per proteggere le comunicazioni, è evidente la volontà di Aaron di entrare anche nell’attivismo pratico e nella resistenza elettronica, ossia la creazione di tools – strumenti utilizzabili anche dal semplice cittadino – per alzare una barriera nei confronti di società, forze dell’ordine e governi che avevano intensificato il controllo sulle comunicazioni degli utenti comuni.

Egli aveva compreso, in particolare, che un uso intelligente delle tecnologie esistenti avrebbe permesso, se non un livello di anonimato assoluto, almeno strumenti di difesa particolarmente efficaci in determinati contesti ad alto rischio di controllo e di sorveglianza.