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le parti del cielo 87

femina, ed essendo il cielo un de li dui perfettamente con tutte le sue parti, — certamente puoi credere ch’è il maschio, o l’uomo; e che la terra e la materia prima, con gli elementi, è la femina; e che questi son sempre ambidui congiunti in amore matrimoniale, o ver in reciproca affezione de dui veri amanti, secondo t’ho detto.

Sofia. Mi piace quel che m’hai detto d’Aristotile, de l’animalitá del cielo e de le sue sei parti, naturalmente differenti ne l’animale che ne le piante. Se ben si truova [ne le piante] differenzia di capo e piedi: ché ’l capo è la radice, e li piedi le frondi: che in questo è animal a riverso, in quel de l’alto al basso. Non si truovano però in loro le differenzie de l’altre parti; però che non hanno faccia né spalle, né destra né sinistra. Ma in questo che dice Aristotile, che l’oriente è la destra del cielo e l’occidente la sinistra, m’occorre un dubio: che l’oriente né l’occidente non è uno a tutti l’abitatori de la terra; anzi l’oriente nostro è occidente agli altri che abitano di sotto di noi, che si chiamano antipodi; e il nostro occidente è oriente a loro; e tutte le parti de la rotonditá del cielo, dal levante al ponente, son a certi abitatori de la terra oriente e a cert’altri occidente. Qual adunque di questi orienti sará la destra? e perché un piú che l’altro? e se ogni oriente è destra, uno medesimo sarebbe destra e sinistra? Solvimi questo che mi par dubbioso.

Filone. Il tuo dubio, o Sofia, non è molto facile d’assolvere. Alcuni dicono che quell’oriente ch’è destra del cielo, è l’oriente di quelli che abitano in mezzo de la lunghezza de l’abitazion del mondo, dal levante al ponente; perché credano che la metá de la longhezza sia abitata, o ver terra scoperta, e che l’altra sia coperta da l’acqua.


Sofia. Quest’è vero.

Filone. Non giá, che non è vero! Perché noi sappiamo che la maggior parte de la rotonditá de la terra, dal levante al ponente, è scoperta; e che ognuna ha il suo oriente, e l’uno non debb’essere piú la destra che l’altro; massimamente che, quel che a uno è oriente, è occidente a l’altro. E a questo