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natura dell’amore di filone 389

piú bella formò l’anima quanto piú disposta a quella la fece, di che la tua fu grandemente dotata; e l’essere in atto sapiente consiste ne l’erudizione e assuefazione de le dottrine, ed è come l’artifiziale bellezza sopra la naturale. Vuoi ch’io sia sí grosso, ch’io lasci d’amare una gran bellezza naturale perché gli manchi alquanto de l’artifizio e diligenzia? Voglio piú presto amare una naturale bella non concia, che una concia non bella. E quella che chiami adulazione, non è, ché in effetto, se la tua bellezza in me non fussi fatta divina, mai l’amor tuo m’averia levato la mente da ogn’altra cosa che in te, come ha fatto.

Sofia. Se non è stata adulazione, adunque è errore, che una fragile persona come la mia si transformi in te in forma divina.

Filone. Né manco ti vo’ concedere che sia errore, però che questo è proprio degli amanti e cose amate, che l’amato in mente de l’amante si fa e reputa divino.

Sofia. È adunque errore di tutti.

Filone. In tutti non può essere errore, se ’l medesimo amore non fusse errore.

Sofia. Come adunque senza errore si fanno sí distanti variazioni de la cosa amata a la sua immagine in mente l’amante, che d’umana la torna divina?

Filone. Essendo l’anima nostra immagine dipinta de la somma bellezza, e desiderando naturalmente ritornare nel proprio divino, resta ingravidata sempre di questo con natural desiderio; per il quale, quando vede una persona in sé bella di bellezza a se stessa conveniente, conosce in quella e per quella la bellezza divina, però che ancor quella persona è immagine de la divina bellezza. Di quella persona amata l’immagine ne la mente de l’amante avviva con la sua bellezza quella bellezza divina latente, che è la medesima anima, e gli dá attualitá al modo che gli daria essa medesima bellezza divina esemplare: onde ella si fa divina, e cresce e fassi maggiore in lei sua bellezza quanto è maggiore la divina che l’umana, e perciò l’amore di quella viene sí intenso, ardente ed efficace, che rubba li sensi la fantasia e tutta la mente, come faria essa bellezza divina quando retirasse a sé in contemplazione l’anima umana. E tanto quella