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384 iii - de l’origine d’amore


Filone. Non si può negare che, sí come l’amore de l’universo è conduttore suo ne la delettabile unione felicitante del creatore, cosí l’amor di Dio a esso universo è quello che ’l trae a la sua divina unione, ne la quale lui con suprema dilettazione si fa beato. Però che, cosí come in un padre l’amore produttivo del figlio non è amore di esso figlio, che ancora non è, ma l’amore di se stesso è il produttivo del figlio, ché per sua propria perfezione desia essere padre, producendo figlio a sua similitudine, e un altro secondo amore del figlio giá prodotto il fa notrire e allevare e condurlo ne la possibile perfezione, — cosí l’amore di Dio, produttivo de l’universo, non è l’amore che ha a esso universo, ma un altro innanzi di lui, cioè amore di se stesso, desiando participare la sua somma bellezza ne l’universo suo, prodotto a sua immagine e similitudine; però che non è alcuna perfezione né bellezza che non cresca quando è communicata, ché l’arbore fruttifero sempre è piú bello che ’l sterile, e l’acque emananti e correnti fuora sono piú degne che le raccolte e ritenute in le sue vivagne. Prodotto l’universo, fu prodotto con lui l’amore di Dio a esso, come del padre nel figlio giá nato: il qual non solamente fu per sostentarlo nel primo stato de la sua produzione, ma ancora e piú veramente per condurlo ne la sua ultima perfezione con la sua felicitante unione con la divina bellezza.

Sofia. Se bene, per la paterna somiglianza, pare che l’amore divino a esso universo sia quello che ’l conduce nel suo fine ultimo perfettivo, niente di manco l’opera di questo pare esser propria de l’amore che ha esso universo a la divina bellezza: però che mediante quello viene, mediate, a unirsi con quella, ne la quale si felicita; e de l’altro, cioè de l’amore che Dio ha a l’universo, se ben pare che egli debba essere ancora cagione di ciò, pur la propria opera in questo a me non è ancora manifesta. Mostramela, ti prego.

Filone. L’opera de l’amor di Dio, in causare la nostra felicitá e di tutto l’universo, è tale quale è l’opera del sole in causare che noi il vediamo. Non è dubio che li nostri occhi e virtú visiva col desiderio di sentire la luce ne conduce a