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rapporti tra bello, buono e diletto 361

umano ma ancora a la salute e vita de l’anima sua, e pur da molti son desiderate, ché altrimenti non si seguirieno; sí che non ogni desiderio è di cosa buona, né ogni desiderio è buono, né ogni dilettazione è buona, ma molti di quelli desidéri e diletti sono contrari e minatori del bene umano.

Filone. Per il ditto d’Aristotile non saria da concedere che ogni desiderato fusse buono, però che egli non dice che ’l buono è quel che si desia, ma dice che ’l buono è quel che tutti desiano: e questa diffínizione si converte bene con esso buono diffinito, però che quel che tutti desiano è veramente buono.

Sofia. E quale può essere questo buono, che gli uomini desiderano?

Filone. Lui medesimo Aristotile il dichiara, e dice che è il sapere; e principia la sua Metafisica: «Tutti gli uomini naturalmente desiano sapere», questo è non solamente buono, ma vero e sempre bello: sí che Aristotile non ne constringe però a dire che ogni desiderato sia buono.

Sofia. Adunque perché me l’hai consentito, e ancor confirmato?

Filone. Però che in effetto è cosí, che ’l fine de la volontá e desiderio è il buono, e tutto quel che si desidera è sotto spezie di buono e delettabile, e cosí ogni delettabile (in quanto delettabile) bisogna che sia buono e desiderato: ma li desidéri e dilettazioni desiderate sono come li desideranti, che alcuni sono temperati in sé e cosí li suoi desidéri sono dilettazioni temperate, e altri desideranti sono in sé stemperati e cosí li suoi desidéri sono di dilettazioni stemperate.

Sofia. Adunque non sarieno buone.

Filone. Non sono buone veramente in sé, ma son buone a lui, perché gli paiano buone: e sotto specie di buone le desia, perché il stemperamento de la sua complessione il fa errare, prima nel giudizio e di poi nel desiderio e ne la dilettazione desiata, che essendo gattiva la reputa buona.

Sofia. Adunque sono de le dilettazioni che non son buone se bene il paiano, e desidéri di cose non buone; contrario di quello che m’hai concesso e affirmato.