Pagina:Abrabanel, Juda ben Isaac – Dialoghi d'amore, 1929 – BEIC 1855777.djvu/363


sommo bello e somma bellezza 357

belli li suoi amatori. Adunque è giusto, o Sofia, che lassiamo le piccole bellezze, miste con deformitá e brutti defetti, come sono tutte le bellezze materiali e corporee, e tanto amiamo di quelle quanto ne inducono a la cognizione e amore de le perfette bellezze incorporee, e tanto le odiamo e fuggiamo loro quanto ne impediscono la fruizione di quelle chiare e spirituali; e principalmente amiamo le grandi bellezze separate da la deforme materia e brutto corpo, come sono le virtú e scienzie, che sempre sono belle e prive di bruttezza e difetto; e ancora in quelle ascendiamo per le minori a le maggiori bellezze e per le chiare a le chiarissime, di sorte che ne portino a la cognizione e amore, non solamente de le bellissime intelligenzie anime e motrici de li corpi celesti, ma ancora di essa somma bellezza e di esso sommo bello, datore d’ogni bellezza vita intelligenzia ed essere. E questo potremo fare quando noi abbandonaremo le vesti corporee e le passioni materiali, non solamente sprezzando le loro piccole bellezze per quella somma, da la quale quella e le altre molto piú degne dependono, ma ancora odiandole e fuggendole, come quelle che ne impediscono l’arrivare a la vera bellezza, in che nostro ben consiste: e per veder quella bisogna vestirsi di monde e pure vesti spirituali, facendo come il sommo sacerdote, che quando nel dí sacro de le perdonanze intrava nel santo santorum, lasciava le dorate vesti piene di preziose gemme, e con vestimenti bianchi e candidi impetrava la grazia e la venia divina. Ché quando arrivará la nostra cognizione a la somma bellezza e sommo bello, il nostro amore sará sí ardente in lui, che ogni altra cosa abbandonará per amare solamente quella e quello con tutte le forze de l’anima nostra intellettuale unita in la sua pura mente; mediante il quale noi diventaremo bellissimi, ché gli amanti del sommo bello grandemente si bellificano de la sua somma bellezza: e allora fruiremo la sua soavissima unione, che è l’ultima felicitá e desiderata beatitudine de le chiarissime anime e puri intelletti. Però che, essendo il primo bello nostro progenitore e la prima bellezza nostra genitrice e la somma sapienzia nostra patria, onde siamo venuti, il bene e beatitudine nostra consiste in tornare in quella