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354 iii - de l’origine d’amore

(come t’ho detto), cosí come la bellezza de la luce del sole s’imprime piú perfettamente nel sottile diafano che ne l’opaco corpo, cosí la prima bellezza, somma sapienzia, s’imprime molto piú propria e perfettamente ne l’intelletti creati angelici e umani che in tutti gli altri corpi informati da lei ne l’universo. E non solamente questo sapientissimo re dichiarò questa emanazione ideale, principio di creazione, sotto spezie e nome di somma sapienzia; ma ancora la dichiarò sotto spezie e nome di bellezza ne la sua Cantica onde parlando di lei dice: «Bella sei tutta, compagna mia, e difetto non è in te». Mira quanto chiaro denota la somma bellezza ideale de la sapienzia divina, in porre la bellezza in tutta lei senza mescolanza d’alcuno difetto: ciò che non ti può dire nissuno bello per participazione, però che de la parte del recipiente il participante non è giá bello, e da quella parte è defettuoso, e chi participa bellezza non è tutto bello; e la chiama compagna perché l’accompagnò ne la creazione del mondo come l’arte a l’opifice. E in altra parte dichiara l’unitá e semplicitá di quella, quando dice: «Settanta sono le regine, et cetera; una è la mia colomba e la mia perfetta, et cetera»; e poi l’invoca dicendo: «Tu, mia colomba ascosa nel grado, mostra per me la tua presenzia, fammi ascoltare la tua voce, ché la tua presenzia è bella e la tua voce soave». Dichiarò la simplicissima unitá de la somma bellezza, e come sia occulta per il supremo grado che ha sopra tutti li enti creati; e l’invoca che vogli partecipare la bellezza ne li corpi de l’universo presenzialmente in modo visivo e apparente, e piú dice vocale e verbalmente, cioè in modo sapiente a l’intelletti creati. E molte altre cose de la somma bellezza descrive quello innamorato re ne la sua cantica, che lassarò per non essere prolisso; solamente ti dirò che cosí come denotò ne la ideale sapienzia la somma bellezza, cosí al sommo Dio da chi la bellezza emana chiamò sommo bello, dicendo: «Tu sei bello, mio amato, e ancora giocondissimo; ancora il nostro letto è fiorito». Vuol dire che non è bello, come gli altri, per participazione, ma supremo producente la bellezza; e denota la colligazione e coniunzione de la somma bellezza emanante col sommo bello di che emana,