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trascendenza e immanenza delle idee 337

quelle che piú convincerlo: non te le dirò giá, perché saria uscire troppo del nostro proposito e fare prolissa questa nostra confabulazione. Ti dico solamente per satisfazione tua, che ciò che t’abbiamo detto de le idee non niega né può negare Aristotile, se bene non le chiama idee: però che egli pone che ne la mente divina preesista il nimos de l’universo, cioè l’ordine sapiente di quello, dal quale ordine la perfezione e ordinazione del mondo e di tutte le sue parti deriva, cosí come ne la mente del duce de l’esercito preesiste l’ordine di tutto quello, dal quale ordine procede l’ordinanza e fatti di tutto il suo esercito e d’ognuna de le sue parti; sí che in effetto le idee platoniche ne la mente divina in diversi vocabuli e vari esempli sono concesse d’Aristotile.

Sofia. Intendo la conformitá: ma dimmi pur qualche cosa de la differenzia che è fra loro ne l’essere de le idee, che tanto Aristotile e li suoi si sforzorono di negare.

Filone. Tel dirò in somma. Sappi che Platone misse ne le idee tutte l’esistenzie e sustanzie de le cose, di modo che tutto il procreato di quelle nel mondo corporeo si stima che sia piú presto ombra di sustanzia ed essenzia, che si possi dire essenzia né sustanzia: e cosí sprezzò le bellezze corporee in loro stesse, però che dice che, non essendo loro altro che ombre de le bellezze ideali non vagliano per altro che per mostramele e indurne in la cognizione di quelle, ché per sé la loro bellezza è poco piú che niente. Aristotile vuole in questo essere piú temperato, però che gli pare che la somma perfezione de l’artefice debba produrre perfetti artifiziati in loro stessi: onde tiene che nel mondo corporeo e ne le parti sue sia l’essenzia e la sustanzia propria d’ognuno di loro, e che le notizie ideali non sieno l’essenzie e sustanzie de le cose, ma cause produttive e ordinative di quelle: onde egli tiene che le prime sustanzie sieno l’individui, e che in ognuno di loro si salvi l’essenzia de le spezie. De le quali spezie l’universali non vuole che sieno le idee che sono cause de le reali, ma solamente concetti intellettuali de la nostra anima razionale, pigliati da la sustanzia ed essenzia che è in ciascuno de l’individui reali: e perciò chiama quelli

Leone Ebreo, Dialoghi d'amore. 22