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308 iii - de l’origine d’amore

tutti dal mutuo amore che è fra la parte intellettuale e corporea dependono, come t’ho detto.

Sofia. Conosco quali sono secondo Platone li progenitori de l’amore de l’uomo, che è picciolo mondo. Vorria ancor saper da te se ancor si truova che lui abbi assegnato primi parenti a l’amore universale di tutto il gran mondo corporeo creato.

Filone. Dipoi che Platone assegnò li progenitori de l’amore umano nel libro del Convivio in nome di Aristofane (come hai inteso), si sforzò ancora assegnare li primi parenti de l’amore universale di tutto il mondo corporeo in nome de la fata Diotima, che fu la maestra di Socrate ne le cognizioni amatorie. Quella gli narrò il nascimento de l’amore essere stato in quel modo, che quando nacque Venere tutti li dèi furono in convito, e con loro Metides, cioè Poro, figliuolo del consiglio, che vuol dire dio de l’infiuenzia; a li quali, avendo [essi] cenato, venne Penia (cioè la povertá) come una poveretta per aver qualche cosa per mangiare de l’abundanzia de le vivande del convito de li dèi. Stava come li poveretti mendicanti, domandando fuor de le porte: Poro, inebriato del nettare (che allor ancor non si trovava vino), andò a dormire nel giardin di Giove; la detta Penia, constretta da la necessitá, pensò a che modo si potrebbe ingravidare con qualche astuzia d’un figlio di Poro: onde andò a colearsi appresso di lui e concepé d’esso l’amore. Da li quali parenti nacque l’amore, settatore e osservatore di Venere perché nacque ne li suoi natali, il quale sempre ha desio di cosa bella, perché essa Venere è bella; e per essere figlio del dio Poro e de la poveretta Penia, participò la natura di tutt’e due, però che al principio è arido e squallido, con li piedi scalzi, sempre volando per terra, senza casa né ridutto, senza letto né coperta alcuna, dorme per le strade al discoperto, servante la natura de la madre sempre bisognante; secondo la stirpe del padre procura le cose belle e buone, animoso e audace, veemente e sagace cacciatore, va sempre macchinando nuove trame, studioso di prudenzia, facundo e in tutta la vita filosofante, mancatore, fascinatore, venefico e sofista; e secondo sua mista natura non è del tutto immortale né mortale, ma in breve in un medesimo