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genealogia di cupido 287

ricchezze e possessioni: ed è l’amor de l’utile, che fa gli uomini veloci e quasi volanti per l’acquisizione di quello; il quale è escessivo in quelli uomini, ne la nativitá de’ quali Mercurio e la luna sono li piú possenti significatori, coniunti con buoni aspetti e in luoghi forti, però che Mercurio li fa solliciti e sottili negociatori e Diana, cioè la luna, gli abbonda de l’acquisizioni mondane: però li poeti a Mercurio, come attivo, chiamano padre de l’utile, e a Diana, per materiale e passiva, dicono madre.

Sofia. De le tre spezie d’amore, delettabile utile e onesto, li poeti ne hanno finto due cupidini per dèi, l’uno per il delettabile l’altro per l’utile: ne hanno forse finto alcuno altro per dio de l’onesto?

Filone. Non giá, ché Cupido vuol dire amore e desio acceso e inordinato senza moderazione; li quali escessi si truovano nel delettabile e utile ma non ne l’onesto, ché l’onesto dice moderazione e temperato ordine, perché l’onestá, sia quanto si voglia, non può essere stemperata né escessiva: ma parlando li poeti de la progenie de l’amore, qualche volta depinsero l’onesto e qualche volta tutti insieme.

Sofia. Dimmi adunque quel che dicono de’ progenitori de l’amore, come hai detto di Cupidine.

Filone. Giá ero in via per dirtelo. Alcuni pongono l’amore figlio di Erebo e de la notte, anzi di molti suoi figliuoli (secondo giá ti ho detto parlando de la comunitá de l’amore) dicono che è suo primo genito.

Sofia. Di qual parlano, e che ne significano per questi due parenti?

Filone. Parlan de l’amore in comune, che è la prima fra tutte le passioni de l’anima, ed Erebo (come giá t’ho detto) fingono dio di tutte le passioni de l’anima e cosí de le potenzie de la materia; e per Erebo intendeno la inerenzia e potenzia de l’anima e de la materia a le cose buone e gattive. E perché la prima de le passioni de l’anima è l’amore, però lo fingono primogenito di Erebo e gli attribuiscono altri uniti figliuoli, che son tutte passioni conseguenti a l’amore (come t’ho giá distesamente dechiarato); e pongono la notte per madre de l’amore, per