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268 iii - de l’origine d’amore

fine, e nissuna cosa finita: per grande ed eccellente che sia, gli è proporzionabile in alcuna specie di proporzione.

Sofia. Dammi qualche esemplo, perché meglio la fantasia s’acquieti.

Filone. Il tempo secondo i filosofi è infinito, né ebbe principio né avrá mai fine; ben che noi fideli teniamo il contrario: ma secondo loro il tempo, per essere infinito, è incommensurabile di nissuna quantitá di tempo finito, grande o piccola, onde cosí è improporzionato e incommensurabile da un migliaro di anni come d’un’ora: sí che nel tempo infinito non meri numero di migliara di anni si contiene ed escede che d’ore, però che né l’un né l’altro può commensurare la sua infinitá. Non negherai adunque, o Sofia, che l’infinito tempo non meno esceda e trapassi d’un migliaro d’anni che d’una ora.

Sofia. Non si può negare che l’escesso de l’infinito non sia ad un medesimo modo escesso infinito, tanto del grande quanto del piccolo.

Filone. Adunque la bellezza divina, che è infinita, non meno escede la piú bella de l’intelligenzie separate da materia che il men bello de’ corpi corruttibili, essendo ella di tutti misura e nissuno misura di lei: tanto adunque manca al primo angelo di quella somma bellezza quanto manca al piú vil verme de la terra. Sono adunque i mancamenti eguali, cioè che ’l mancamento de la bellezza d’ogni creatura respetto quella del creatore è infinito, e l’infinito è eguale a l’infinito, a modo di dire, ben che l’egualitá sia condizione del finito: essendo la bellezza divina perfettamente astratta d’ogni suggetto e propria terminazione, nissuna comparazione tiene con qualsivoglia bellezza creata e terminata, come infinito a finito.

Sofia. Mi par necessario che li mancamenti siano eguali ad un modo: ma mi restano due dubi in questo. Il primo è che, se ugualmente è lontano il mondo angelico e il corruttibile da l’immensa bellezza divina, non deveria essere l’uno piú perfetto de l’altro: ché la perfezione de le creature par che consista ne l’approssimazione del creatore, piú o manco. Il secondo è che dici che nissuna creatura ha proporzioni col creatore: e