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materialità e dissolubilità dei cieli 245


Sofia. E tu credi che Dio, che ha fatto la lor natura solubile, che contradicendo sua natural opera li facci indissolubili, che pare una reprovazione di se stesso?

Filone. La tua obbiezione è efficace. Pure Platone dice nel Timeo che ’l sommo Dio, parlando con gli celesti, gli dice: «Voi siete fattura mia, e da voi dissolubili; ma perché è brutta cosa lassar che il bello si dissolva, per mia comunicazione séte indissolubili, perché maggior son mie forze che vostra fragilitá». Ma io credo che per queste parole Platone non ponga li cieli in eterno indissolubili, ma è per mostrare la causa perché non son successivamente generabili e corruttibili e poco diuturni come gl’inferiori, essendo tutti fatti d’una medesima materia che causa la novitá e dissoluzione; e dice che, quantunque per la loro natura materiale deverebbero essere cosí, niente di manco per la lor maggior bellezza formale, participata grandemente da Dio, son molto diuturni.

Sofia. Dunque son li cieli per dissolversi, secondo Platone?

Filone. Sono.

Sofia. E tu mi saprai dire il quando lui si crede.

Filone. Quando finiranno sua natural etate, la quale han limitata come ciascuno degl’inferiori corpi, ma molto piú diuturna.

Sofia. È alcuno che gli abbi assegnato termine di tempo?

Filone. Giá li teologi piú antichi di Platone, de’ quali lui fu discepolo, dicono che ’l mondo inferiore si corrompe e rinnuova di sette [in sette] milia anni.

Sofia. E quanto tempo dura corrotto?

Filone. De li sette milia anni li sei milia sempre il caos degl’inferiori corpi germina; e finiti questi, dicono che raccogliendo in sé ogni cosa si riposa nel sette millesimo anno, e in quello intervallo s’ingravida a nuova germinazione per altri sei milia anni.

Sofia. E quanti aviamo noi di questi sette milia anni?

Filone. Siamo, secondo la veritá ebraica, a cinque milia ducento sessanta due del principio de la creazione; e quando saran finiti li sei milia anni si corromperá il mondo inferiore.