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216 iii - de l’origine d’amore

che non sia amato dal suo amico? Ancora Aristotile nell’Etica dice ch’il virtuoso è sapiente e felice e si fa amico d’Iddio, e Iddio l’ama come suo simile; e la sacra Scrittura dice che Iddio è giusto e ama i giusti, e dice che Iddio ama i suoi amici, e dice che i buoni uomini sono d’Iddio figliuoli e Iddio gli ama come padre: come vuoi dunque tu ch’io nieghi che in Dio non sia amore?

Sofia. Le tue autoritá son buone, ma non saziano senza ragione; e io non t’ho domandato chi pone in Dio amore, ma qual ragione ne costringe a ponercelo: parendo piú ragionevole ch’in lui (come dice Platone) non ne sia.

Filone. Giá si truova ragione che ne costringe a porre in Dio amore.

Sofia. Dimmela, ti prego.

Filone. Dio ha produtto tutte le cose.

Sofia. Questo è vero.

Filone. E continuo le sostiene nel loro essere; che se lui un momento l’abbandonasse, tutte in niente si convertirebbeno.

Sofia. Ancor questo è vero.

Filone. Dunque lui è un vero padre, che genera i suoi figliuoli, e dipoi che gli ha generati con ogni diligenzia gli mantiene.

Sofia. Propriamente padre.

Filone. Di’ adunque: se ’l padre non appetisse, generaria mai? e se non amasse i generati figliuoli, gli manterria sempre con somma diligenzia?

Sofia. Ragion hai, o Filone: veggo che piú eccellente è l’amor d’Iddio alle creature che quel delle creature l’una a l’altra e a Dio, cosí come l’amor del padre e de l’un fratello a l’altro. Ma quel che mi resta difficile è che l’amore e desiderio, qual’ sempre presuppongono mancamento, non si truovi alcuno ch’il presupponga nel medesimo amante, ma solamente ne la cosa amata (come tu dici de l’amore divino). Troveresti tu appresso di noi qualche amore, che presupponesse cosí il mancamento ne la cosa amata, e non ne l’amante?

Filone. Il simulacro de l’amore d’Iddio agl’inferiori è