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omero e stesicoro 203

Omero) si remediò incontinente, facendo versi contrari a’ primi in laude e favor d’Elena e del suo amore, onde subitamente amor gli restituí la vista.

Sofia. Oramai puoi dire ciò che ti piace: ché, secondo mi pare, giá sai, come Stesicoro, il modo di remediarti.

Filone. Non lo sperimenterò giá io, che so che verso me sarebbe l’amor piú rigoroso che non fu verso lui, che l’errore de’ propri servi maggior furia mena e piú crudeltá provoca a’ signori: ma in questo voglio essere piú savio che non furono tutti due loro. Al presente parlaremo con ogni reverenzia di sua origine e di sua antiqua geneologia; ma degli effetti suoi buoni e cattivi per adesso non ti dirò cosa alcuna, in modo che non averò occasione di laudarli per paura né di vituperarli con audacia.

Sofia. Non vorrei giá che lassasse questa nostra narrazione imperfetta: ché, cosí come il principio de l’amore consiste nel suo origine, cosí il fine suo consiste ne’ suoi effetti; e se la paura non ti lascia dire suoi difetti, di’ almanco le lode: forse per questa via potrai impetrar grazia di reconciliarti seco e fartelo benivolo, chè coloro che in dar le pene sono intemperanti, in far le grazie sogliono essere liberali.

Filone. Sí, se fussero vere lodi: ma non essendo, sarebbe adulazione.

Sofia. Ad ogni modo bisogna lusengar chi può piú.

Filone. Se adulare i benefattori è cosa brutta, quanto piú i malfattori!

Sofia. Lasciando a parte tua passione e il conto che è fra te e l’amore, fammi intendere, ti prego veramente, quali degli effetti d’amore credi sien piú, o [i] buoni degni di laude ovvero i vituperabili.

Filone. Se in quel ch’io dirò ne amministrará piú la veritá che la passione, trovarò in lui molte piú lode che biasmi, e non solamente nel numero, ma ancora di piú eccellenzia.

Sofia. Adunque, se in qualitá e quantitá i buoni effetti d’amore escedeno i cattivi, di’ pure ogni cosa: ché piú presto impetrarai grazia da lui per far palese i suoi gran benefizi, che